Le n1olte vie alla societa 111oderna brio di potere tale che impedisca l'affer1narsi di una monarchia troppo forte o di un'aristocrazia terriera troppo indipendente; una svolta verso una forma appropriata di agricol tura mercantile, o da parte dell'aristocrazia terriera o da parte •della classe contadina; l'indebolimento dell'aristocrazia terriera; la mancanza di una coalizione aristocraticoborghese contro i contadini e i lavoratori; una rottura rivoluzionaria col passato affidata ad un forte movimento politico. Laddove q11esti requisiti non si realizzino, ad un paese non resta ohe una alternativa: il sottosviluppo - accompagnato semmai da is,tituzioni democratiche in parte reali, come in India - o la dittatura, fasci·sta o comunista. Il fascismo è un tentativo di « risolvere 11nproblema sostanzialmente insolubile, quello di mo1 dernizzarsi senza cambiare le proprie strutture sociali » (p. 497). Ma l'unica via di uscita da questo dilemma è j] militarismo, che costituisce la risposta delle classi dominanti alle richieste popolari dei contadini e degli operai. L'ideologia nazionalista, osserva Moore, è essenziale alla coalizione fascista, « perché senza la minaccia esterna, a volte reale, a volte immaginaria, a volte, come nel caso di Bismarck, creata apposta a scopi interni, gli interesc;i agrari avrebbero potuto recalcitrare» (p. 496) dinanzi al ·processo di rammoderna111ento dell'apparato statale e all'industrializzazione della società, al punto da metterla in pericolo. Come dimostrano i casi -della Russia e della Cina - paesi in cui .il fascismo nascente non riuscì a porre ·salde radici -, la sindrome fascista: 1) può manifestarsi in reaBibliotecaginobianco zio11e alle tensioni del progresso industriale, indipendentemente da uno specifico a1nbiente sociale e cult11rale; 2) può avere molte radici nella società rurale; 3) può manifestarsi come reazione ad una debole spinta per otten.ere la democrazia parlamentare; 4) ma non può fiorire senza l'ind11strializzazione in un ambiente prevalentemente rurale. È appena opportuno rilevare che quando Moore parla di fascisn10 include in questa categoria politica anche i regimi conservatori della seconda metà dell'Ottocento (mentre, implicitamente, ne tiene al di fuori i regi1ni tradizionalisti cl1e fanno ricorso all'uso della violenza unicamente per mantenere al potere un'élite sfruttatrice e priva di qualsiasi interesse all'ind11s,trializzazione ). Il fascismo degli anni trenta, rispetto al conservatorismo tardoottocen·tesco, sarebbe caratterizzato da una dose maggiore di violenza, da una sorta di « anticapitalismo plebeo », dalla glo,rificazione reazionaria dei contadini: tutte caratteristiche che denunciano l'ac11irsi di una crisi socioeconomica profonda, quale si manifestò agli inizi di questo secolo nelle società in·dustriali più avanzate. Prendendo in esame l'atteggiamento dei contadini dinanzi alla rivoluzione, Moore afferma che « tre aspetti sono particolarmente impor .. tanti ,politicamente: il carattere del legame tra la comunità contadina e il signore feudale, la distribuzione dell~ proprietà e le divisioni di classe all'interno della massa contadina e il grado· di solidarietà e di coesione della co·munità contadina » (p. 528). Perché i contadini diventino rivoluzionari, occorrono: l'assenza di 123
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