Nord e Sud - anno XVIII - n. 134 - febbraio 1971

Dino Cofrancesco ... in una nuova situazione, alla quale essi sembravano ben capaci di reagire con un forte aumento della produzione», ma dietro la debolezza del mercato « sta l'incapacità di incanalare verso l'edificazione dell'industria, le risorse agrarie p,ro·dotte dal1' agri col tura ». I11 realtà, nel co·rso dello svilt1ppo storico dell'India « non è mai sorta una classe che avesse un forte interesse a reincanalare il surplus agricolo in modo da far decollare il p·rocesso di sviluppo indt1s triale » (p. 457) e in ciò sta la tragedia autentica della via indiana all'industrializzazione. Occorrerebbe innanzitutto, se veramente si vogliono risolvere i problemi dello svilupipo indiano, un governo forte, capace ·di impadronirsi del surplus attualmente generato· 11.ell'agrico.Itura e di favorire l'esp·ansione industriale. Questa potrebbe ben assorbire quantità sempre maggiori di braccia eccedenti, liberate dalle campagne e allargare il mercato ancor più rapidamente in un processo a spirale. Solo in questo modo gli sforzi per portare la tecnologia e le risorse moderne fin sulla porta dei contadini darebbero qualche frutto. Forse queste misure non saranno immuni da t1na forte dose di violenza, ma occorre non dimenticare che la « pace sociale» attualmente imperante in India~ non ne è affatto immune. « Tra i senza casta che lavorano co1 me braccianti agricoli in un· distretto dell'Uttar Pradesh, è in uso da molto tempo mangiare i cereali recup·erati dagli escrementi degli animali ·e lavati... Si tratta, non c'è dubbio, di un caso estremo. Prendiamolo tuttavia come un esempio della degradazione a cui p,uò es122 Bibiiotecaginobianco sere c91stretto l'uomo civile quando prevalgo 1 no condizioni p·acifiche, non rivoluzionarie. La situazione media è ab,bastanza brutta da autorizzarci a questo » (pp. 414-5). Nella terza parte dell'opera, Moore fa un bilancio articolato delle tesi e delle leggi sociologiche emerse nel corso della trattazione. L'instaurarsi di un equilibrio tra le classi sociali, coisì caro alle tradizioni liberali e pluralistiche dell'Occidente, afferma, « è stato il frutto di metodi viole11ti e occasionalimente rivo1uzionari, quali i liberali contemporanei in genere respingono,» (p. 470). Se la società borghese co·nsente un margine relativo di sicurezza per- . sanale, le libertà civili ,ed un minimo cli democrazia politica, occorre non ·dimenticare che queste conquiste - per la verità, oggi assai precarie -- non sono venute fuori da una evoluzio·ne pacifica dei rapporti sociali, ma hanno 1 avuto le loro vittime ed hanno richiesto spesso l'uso della violenza. D'altra parte, non ci s'illuda che rimanendo fermi si possa evitare il sacrificio di valori e il conflitto. In una realtà in moto, infatti, solo l'uso sistematico del terrore può determinare un'eff~ttiva stasi della dinamica politica, sociale, economica; in una realtà statica, d'altra parte, come s'è visto per l'India, ciò che no·n può il terrore politico, lo possono· la carestia e la fame. Si tratta, in sostanza, ancora una volta, di scegliere tra la violenza progressiva e la violenza al servizio d·ello statu quo. Moore individ.ua cinque co1 ndizio,ni fondamentali dello sviluppo demoera tico: l'instaurarsi di un equili-

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