Giulio Picciotti prospettiva di riforma»: di qui la proposta :avanzata al PCI. Se si analizza110 le motivazioni di fondo di questa posizione della corrente di Base si ritrova una ispirazione costante nel tempo, che è comune a tutte le sinistre democristiane: lo Stato liberale aveva « lasciato fuori » sia le masse cattoliche sia le masse socialiste, e se le prime erano arrivate al potere e si erano inserite nello Stato, l'equilibrio non sarebbe stato raggiunto se anche le masse con ideologia marxista non fossero entrate nello Stato. Solo così lo Stato liberale sarebbe stato definitivamente distrutto e al suo posto sarebbe subentrato un nuovo Stato, basato sulle masse. In tutto questo discorso è difficile vedere la proposta di valori positivi in contrapposizione a quelli che erano stati propri dello Stato liberale. Se il centro-sinistra è fallito, questo si deve attribuire, a nostro avviso, non all'incapacità dei socialisti, secondo la tesi di De Mita, di rappresentare le masse marxiste all'interno del governo, bensì all'incapacità e delle forze cattoliche espresse dalla DC e delle forze marxiste espresse dal PSI a far proprio il senso dello Stato, che è il valore più elevato espresso dallo Stato liberale. L'assenza di questo valore ha finito per vanificare l'unico contenuto di fondo che rappresentava il fatto profondamente innovativo del centro-sinistra: la politica programmata di sviluppo economico e civile, sulla quale occorreva portare a confronto il partito comunista. Se il problema è, come ci sembra indubbio, di contenuti, appare pericolosamente illusorio, e fonte di nuove sconfitte per tutta la sinistra, ivi compreso il PCI, pro1Jorre ancora una volta il problema della politica italia11a in termini esclusivamente di schieramento, ricercando u11a implicazione del PCI nelle responsabilità di governo, segue11do la stessa strada già seguita per giungere all'ingresso del _PSI nella maggioranza. E poiché il discorso è aperto sui contenuti, ci sembra che al primo posto sia da porre un riesame di cosa significhi « senso dello Stato » in una situazione come l'attuale, in una società che proprio perché si è andata sempre più articolando e diversificando, lìa bisogno di sintesi politiche capaci di interpretare e organizzare in un· unico disegno di svilt1ppo le varie spinte propulsive che altrimenti condurrebbero, come conducono attualmente, allo scontro anarchico degli interessi, con la prevalenza del più forte (e non è detto che quello del disoccupato, ad esempio, sia il più forte) sul più debole. Di cosa sig11ifichi « senso dello Stato » in una economia in cui convivono aziende pubbliche e aziende private, in cui l'inter10 Bibiiotecaginobianco
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