Dino Cofrancesco rap,porti co·mmerciali e politici che li rendessero complementari l'uno dell'altro, sia la possibilità di un conflitto » (p. 129). È stata la presenza di circostanze stocriche particolari ad im,pedire un possibile accordo tra i piantatori del Sud e gli industriali del No1 rd. Il fatto decisivo fu il crescente controllo del \A/est da parte 1della fascia costiera settentrionale. Nei Territori, infatti, t1na classe di con·tadini indipendenti legava, sempre di più, il proprio destino eco,nomico e politico al No1rdEst, ct1i rivendeva i suo·i prodoitti agricoli, in cambio di manufatti e dell'ap,poggio federa 1 le ad una costosa rete di infrastrutture. D'altra parte, « il carattere sacro della proprietà » non era una bandiera che potesse unire l'aristocrazia industriale e mercantile con quella delle piantagioni; e ciò per due motivi fondamentali. Il pri1no, già individuato dal Turner con la sua teoria della « frontiera », consisteva nella disponibilità dii terre ad Ovest, che eliminò « qualsiasi seria minaccia alla proprietà capitalistica da parte di un forte movimento operaio nel Nord»; il secondo era costituito dall'assenza di qualsiasi po,tente nemico esterno. « Per questo rispetto la situazione era interamente diversa da quella che sì ebbe in Germania e in Giappone, quando entrambi questi paesi attraversarono un po' pii.1 tardi, nel 1871 la Germania, nel 1868 il Giappone, la crisi politica dovuta al processo di modernizzazione che assunse foirme peculiari e djverse in questi paesi. Per questo insieme di ragioni non v'era in Ainerica molta forza dietro l'alleanza conservatrice tra le élites agrarie e industriali per ·sos,pingere i proprie114 Bi_bliòtecagin~bianco tari delle industrie del Nord e i proprietari di schiavi del Sud » (p. 158) a coalizzarsi contro- le ev·entuali rivendicazioni degli strati più bassi della popolazione: contadini e ope- . ra1. La Gt1erra Civile, riconosce Moore, non risolse i problemi dello1 sviluppo, economico, e politico degli Stati Uniti. La sconfitta dei « radicali » che, contro· Lincoln, avrebbero voluto una spoliazione dei piantatori e la costituzione di piccoli e medi proprietari negri, segnò l'inizio di una alleanza tra Sud e Nord, che prima della guerra sarebbe stata impossibile. « Ot1ando gli ' junkers ' del Sud, non più proprietari di schiavi, ebbero acce11tuato, in loro stessi i tratti della borghesia urbana, e quando gli ind1,1striali del Nord si trovarono a fronteggiare la protesta del p•roprio proletariato, la classica coa] izione conservatrice si rese possibile, e Termidoro venne a liquidare la ' seconda Rivoluzione americana ' » (p. 167). La guerra, in definitiva, era scoppiata per « le incompatibilità politiche tra due diversi tipi di civi1 ltà nel Sud e nel Nord-Ovest » e per il fatto che « nell'ambito dello stesso organismo politico ... era struttu•· raln1en te impo,ssibile realizzare istituzio,ni poli ti che e sociali che risultassero soddisfacenti per entrambe le parti » (p. 171). Ma quando lo svilup,po dell'industrialismo determinò nuove soli,darietà, quella enorme conquista politica che fu la liberazione dei negri (senza di essa, osserva acutamente· Moore, l'America sarebbe divenuta un mostruoso Stato nazista, fondato sulla coalizione di aristocrazie industriali e schiayjste, con conseguenze irreparabili per
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