Le molte vie alla società moderna ,giuridici feudali solo per sottrarre ai contadini un sempre maggiore surplus. « Gli o,rdinamenti feudali uniti a quelli dell'assolutismo monarchico costituivano il meccanismo politico di cui si serviva l'aristocrazia terriera francese per estorcere un surplus economico ai contadini » (p. 73). Quando la rivoluzione capitalistica cercò di penetrare nelle campagne francesi, essa aggiunse al n1alcontento dei contadini più agiati - sempre più insofferenti dei diritti feudali e delle sopravvissute banalità - quello dei contadini poveri, che non senza appirensione assistevano alla scomparsa delle antiche comunità rurali. Nel corso della Rivoluzione, fu proprio il sostegno che il Co1 mitato di salute pubblica, sostenuto dal radicalismo urbano, pensò di dare per un momento ai contadini poveri ad alienargli l'appoggio di quelli ricchi. Questi, infatti, aspiravano soltanto a rendere la terra libera dalle pastoie feudali e pertanto fissarono, in un certo senso, il limite oltre il quale le forze rivoluzionarie dovettero arrestare i loro sforzi volti ad instaurare una più equa giustizia sociale. Ma, sia pure « interrotta », la Rivoluzione ebbe dei risultati sociali e politici d'amp1issima portata. Essa, giusta le acute intuizioni di Tocqueville, completò l'opera dei Borboni, distruggendo alle radici quel1' aristocrazia che i re francesi avevano in tutti i modi addomesticato e controllato (v. sfarzo di Versailles, guerre, vendita delle cariche) e alla quale avevan~ vietato la costituzione di una base economica indipendente. « Sotto l'impero dell'assolutismo regio - riassume Moore - l'aristaBibiiotecaginobianco crazia terriera si adattò alla graduale penetrazione del capitalismo nelle campagne, aumentando la sua pressione sui contadini, mentre li lasciava in una condizione che si avvicinava de f acta a quella di proprietari. Fin verso la metà 1 del diciassettesimo secolo la modernizzazione della società francese fu promossa dalla co·rona. Come conseguenza di questo processo si sviluppò una fusione tra la nobiltà e la borgl1esia su basi del tutto diverse da quelle dell'Inghilterra. La fusione ebbe luogo ad opera della monarchia e non contro di essa e sfociò, per usare un termine utile anche se impreciso, nella 'feudalizzazione ' di una considerevole parte della borghesia, invece cl1e nell'imborghesimento dell'aristocrazia. Il risultato alla fine fu che la libertà d'azione della monarchia, la sua capacità di decidere la ripartizione dei carichi sociali tra i diversi settori della società, ne uscì gravemente limitata. Questo fatto, accentuato dalla debolezza di carattere di Luigi XVI, fu la causa principale della Rivoluzione, non già una particolare asprezza dei conflitti tra i gruppi e le classi. Senza la Rivoluzion·e, questa fusione della nobiltà e della borghesia avrebbe potuto continuare ad andare avanti, portando la Francia verso una forma di modernizzazione industriale di tipo conservatore, dall'alto, co1 me quella che ebb.e luogo in Germania e in Giappone » (p. 123). Venendo infint: agli Stati Uni tj, Moore afferma che « da un punto di vista strettamente economico, il lavoro salariato e quello schiavistico delle piantagioni contenevano potenzialmente sia la possibilità di 113
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