Lettere al Direttore genza di fare dell'elimjnazione di questa triste caratteristica la finalità fondamentale dell'intervento dello Stato, nel processo di sviluppo economico ». Va dunque riconosciuta « ... la necessità di non ·spezzettare il pro,bilema del Mezzogiorno in tanti problemi particolari di questa o di quella zona, ma di impostare lo stesso p1 roblema nel quadro anche della dimensione europea, nel cui contesto es,so appare più drammatico ». E, ricordando quanto ben più autorevolmente detto da Novacco, sostenevo che « ... nelle sedi comunitarie il problen1a meridionale dovrà essere fatto valere nella sua unitarietà: dovremo portare in quella sede una politica di industrializzazione unitaria, e non una serie di politiche regionali contraddittorie». Deriva incofutabilmente da ciò che « ... è necessaria una impo 1 stazione unitaria dei problemi di sviluppo del paese, volta a rendere p1 iù omogenee le ' basi materiali' del'le singole regioni e che tenga conto della peculiarità del Mezzogiorno ... No,n può quindi essere elusa l'esigenza di centralizzare le grandi scelte di politica economica e di quelle politiche settoriali che si presentano come strategiche rispetto all'obiettivo dello sviluppo: co1 n tutti gli ob1 blighi che derivano e tutte le occasioni che nascono per lo Stato e per le Regioni » (pagg. 25-26). È alla luce di queste tesi che il passo incriminato va valutato. Ariotti sembra preoccupar-sì p1 ri11cipalmente della « Federazione delle Regioni europee » di domani; io 1ni preoccupo della sorte e della sopravvivenza immediata delle regioni meridionali. Gli argomenti addotti nell'articolo potranno essere considerati non convìncenti, l'analisi potrà essere ritenuta « conto·rta »: in tal caso sarebbe tutt·avia utile confutare i p,rimi con altri più convincenti e le seconde con altre più corrette, piuttosto che limitarsi a,d un generico richiamo a pur degnissime aspirazioni federalistiche. Mi rimane invece inspiegabile l'accenno ad una pretesa confutazione di qu·anto da me sostenuto da parte di un articolo sulle regiorli periferiche europee apparso sullo stesso numero di « Nord e Sud ». Non sarà certo sfuggito ad Ariotti che questo secondo articolo non è altro che la riproduzione di parte di un documento ufficiale presentato alla Conferenza dei Ministri eu1ropei responsabili della pianificazione territorjale, tenutasi nello scorso mese di settembre. In tale scritto pertanto - né poteva essere diversamente - si considera il pro·b1 lema delle aree periferiche in termini di poli-- tiche di intervento nazionali o di coordinamento comunitario delle stesse; n1entre per quanto riguarda il ruolo delle comunità locali in tali regioni ci si li1 mita fondamentalmente ad auspicare forme di maggiore « partecipazione» (sulla qual cosa non si p,uò, ovviamente, che ampriamente consentire), ribadendo tuttavia a p1 it1 riprese l'esigenza di indirizzo e coordinamento centrale. Quanto infine al saggio di Lafont, ringrazio Ariotti della segnalazione, anche se -· come del resto sanno quanti si occupano da tempo dell'argo-- mento - La révolutio11, régionatiste non p,uò certo essere considerata una « primizia», essendo stata p·ubblicata più di quattro anni fa. Senza entrare nel merito di una discussione su questo saggio, voglio 109 Bibiiotecaginobianco
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