Nord e Sud - anno XVIII - n. 134 - febbraio 1971

Francesco Compagna giore incidenza un impegno anche legislativo• della Regione: eccola la Regione, la introduciamo con umiltà nel nostro discorso e no,n con quella « pomposità » nei confronti della quale molto giustamente polemizzava l'amico Cap·pelli! Noi infatti abbiamo validi motivi che ci inducono a ritenere superabili, con un'efficiente legislazione regionale in materia di mercati agricoli, talune difficoltà tra le quali oggi si dibattono i produttori agricoli. Anzitutto, per quanto riguarda le difficoltà più gravi che potrebbero deriv,are da un abbassamento dei prezzi agricoli, in conseguenza dello stesso sforzo di ristrutturazione delle aziende, esse potranno risultare attenuate, se il potere contrattuale dei produttori agricoli, rispetto alle industrie di trasformazione, risulterà, grazie ai mercati regionali e sui mercati regionali, meno debole di quanto oggi ,non lo sia. Del resto, le associazioni •dei produttori previste dagli accordi comunitari mirano, appunto a questo scopo, in quanto sono intese a collocare nelle mani degli stessi produttori i cosiddetti mercati alla produzione. Giustamente, però, Rossi Daria osservava a Verona, nel suo discorso all'ultima Fiera, che le associazioni dei pro,duttori non sono sufficienti quando a fronteggiare gli agricoltori non è più un sistema distributivo ed industriale frammentato, come quello tra•dizionale, ma, come è già oggi e come sempre ,di più sarà domani, un sistema dominato dalle grandi catene di distribuzione e da industrie di trasformazione a carattere oligopolistico. Ritolìna a questo punto il problema dell'integrazione nelle mani dei produttori agricoli della lavorazione e conservazione dei pro,dotti e non c'è dubbio che si possono essere determinate situazioni ambientali, regionali, in Emilia, per esempio, e determinati comparti pro·duttivi, il vino per esempio e forse anche il latte, per cui risulti possibile e conveniente affidare alle coo•perative degli agricoltori l'intero ciclo di commercializzazione dei prodotti. Se però lo· si volesse generalizzare, farne una ricetta, un indirizzo come questo risulterebbe velleitario. Si deve puntare anche, se non soprattutto, su forme intermedie di integrazione, su interventi articolati, su accoridi inteiiprofessionali tra agricolt.ori organizzati ed industria avanzata. In queste di,rezioni la Regione, se è efficiente e dove è efficiente (idove è efficiente lo ·dico con un certo tremore di ~eridionale), la Regione, dicevo, può svol1 gere una funzione positiva: facilitare agli Enti di Sviluppo, il compito di promuovere la cooperazione a tutti i livelli, da quello della produzio,ne a quello della trasformazione per quanto riguarda piccole e medie imprese, a quello della distribuzione, 104 Bi~Iiòtecaginobianco

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