Nord e Sud - anno XVIII - n. 134 - febbraio 1971

Industria e .agricoltura nella problematica regionale alimentare, di un'industria alimentare che è caratterizzata a tutt'oggi - come dicevo - dalla inadeguatezza della sua offerta rispetto ·alla prevedibile evoluzione della domanda di nuovi prodotti, e in pari tempo è caratterizzata dall'eccedenza della sua offerta di prodotti tradizionali. Le sue capacità produttive, cioè, sono esuberanti per i prodotti tradizionali e sono insufficienti per i prodotti nuovi. Di qui l'esigenza che l'industria si adegui ai modi e ai tempi ,della rivoluzione alimentare, diversific~ndo e inte11sificando le produzioni più elaborate. Vediamo però di definire la natura e la struttura dell'industria agricolo-alimentare e di considerarne la incidenza, attuale e potenziale, sulla parte pit1 debole dell'agricoltura italiana, il Mezzogio,rno. In generale si può ritenere che per quanto riguarda l'industria conseviera, si avviano ormai a diventare protagoniste della produzione le maggiori imprese nazionali e multinazionali. Proprio per le maggiori imprese, è chiaramente percepibile l'interesse ad eliminare l'interniediazione parassitaria e di riformare i canali della distribuzione, rifornendosi direttamente dai produttori agricoli e dalle loro associazioni, mediante i cosiddetti contratti di coltivazione. Si ad,dice poi soprattutto alle maggiori imprese la possibilità e la convenienza di gestire direttamente grosse aziende agricole, aziende ..p.ilota per i produttori agricoli. Va tenuto quindi presente che queste imprese si sono sviluppate a contatto di civiltà rurali più progredite ,di quella del nostro Mezzogiorno; e perciò sono portatrici di una mentalità assai diversa e più moderna di quella tradizionalmente dominante nelle nostre cam,pagne meridionali, e non soltanto meridionali. Non sarebbe poco, se questo dovesse portare al superamento di quelli che sono tuttora i criteri cui gran parte della nostra tradizionale industria alimentare si ispira nei suoi rapporti con i produttori agricoli. La diffusione di un regime contrattuale consistente in contratti stipulati in epoca anteriore al raccolto e rispon,denti a schemi uniformi, è molto limitata nel Mezzogiorno: non so che diffusione abbia questo regime in Emilia, ma posso dirvi che in Campania solta11to 14 imprese industriali su 150 si riforniscono direttamente dagli agricoltori n1ediante contratti di coltivazione; e queste 14 imprese sono naturalmente quelle . più agguerrite dal punto di vista tecno,logico, più moderne nei comportamenti, e più degne di essere imitate da quelle altre imprese che volessero sopravvivere e crescere, modernizzandosi. A questo ·punto, io so qual'è ìa domanda che si pone; a questo punto qualcuno di voi mi potrebbe chiedere se ritengo che la carta vincente, sul piano meridionalistico, sia la carta neo-capitalistica. È una domanda più che legittima sulla base di quello che ho affermato. 101 Bibiiotecaginobianco

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