Nord e Sud - anno XVIII - n. 133 - gennaio 1971

• Carlo Franco chirurgica ed un solo internista. Se si presenta un caso di emergenza al pronto soccorso il medico deve raccomandarsi l'anima a Dio e sperare che nessuno chiami dai reparti, altrimenti come vuole lo slogan, dovrà spaccarsi in due. Ma non sempre va liscia e la cronaca è ricca, purtroppo, di casi clamorosi. Parlare di aggiornamento scientifico in queste condizioni è come pretendere la luna nel pozzo: il medico napoletano si aggiorna e studia « quando » può e « come » può : la conseguenza è che interventi che ormai la chirurgia considera di routine, come una tracheotomia, possono essere effettuati solo, in alcuni ospedali. Nessuna meraviglia, poi, se durante il trasferimento il bambino o la bambina muore. Siamo· a Napoli, città dove è « permesso » ad un o,spedale di non avere un pediatra in organico, ci si arrangia con un consulente, il quale, naturalmente, non sempre può essere reperibile. Come si difendono le amministrazioni sulla questione degli organici? In una manie·ra abbastanza convincente, per la verità, che non esclude, però, le loro colpe. (Basti pensare che gli Ospedali Riuniti sono stati definiti da un sindacalista una « dépendance prefettizia » per la consuetudine al regime commissariale). Non è possibile assumere i medici, sostengono le amministrazioni, perché il nostro bilancio non lo consente. Siamo « fuori » di molti miliardi: se gli Enti pubblici pag.ano i debiti noi assu1niamo i medici. La situazione finanziaria è spaventosa: i crediti complessivi accu·mulati dagli ospedali superano i dieci miliardi. Per far fro·nte alle spese di gestione - ricordiamo, solo per inciso, che gli ospedali vivono in sostanza con i proventi delle rette di degenza pagate (o meglio non pagate) dagli Enti mutualistici e dai Comuni - sono costretti a richiedere prestiti alle banche con un interesse che supera il 7%. Il Cardarelli, ad esempio, deve incassare circa otto miliardi per rette scoperte dal 1963 al '68. Nel dettaglio, l'INAM deve ai Riuniti un miliardo.; il Comune di Napoli due miliardi e mezzo; dt1e miliardi gli altri Comuni; ed il resto gli altri enti mutualistici. L'amministrazione dell'Ascalesi e del San Gennaro è « f11ori » di oltre due miliardi. Il difficile cammino del piano del CRPO. Questo significa che la crisi degli ospedali non va risolta « nell »'ospedale ma a monte, nel suo funzionamento, come ha detto il dott. Paci, presidente della Associazione nazionale dei secondari. E su questa strada la riforma, se e quando verrà realizzata, no·n è che potrà I apportare sensibili miglioramenti, in quanto il progetto prevede la riduzione a proporzioni modestissime ~el Fondo nazionale ospedaliero. I · 94 ~ibliotecaginot·dnco

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