o Carlo Franco 310.000 abitanti; Irpinia 300 posti letto per ~70.000 abitanti; Caserta 300 posti letto per 600.000 abitanti. E nella maggior parte dei casi si tratta di complessi fatiscenti, carenti di medici e di attrezzature. T'utta la regione, quindi, gravita su Napoli, senza contare la richiesta sempre più pressante dalla Puglia (3-4 posti letto per 1000 abitanti); dalla Calabria ( 1,4 posti letto per 1000 ab.); e dalla Basilicata, dove il trapporto è ancora più drammatico. Per soddisfare il fabbisogno minimo c'è necessità di almeno 10.000 posti letto nuovi che dovranno servire a potenziare sop·rattutto le strutture delle zone interne e a riequilibrare, quindi, l'assetto ospidaliero• della Camp·ania. Questo per quanto riguarda l'aspetto « quantitativo» del problema. Il discorso sulla « qualità » dell'assistenza fornita dal sistema ospedaliero regionale porta a conclusioni sconcertanti. La prima osservazione di fondo riguarda la distribuzione dei posti-letto nelle varie specialità, che è del tutto irrazionale e determina, come conseguenza immediata, un calo notevole del tasso di spedalizzazione, che in Campania è molto più basso della media nazionale. A Napoli, infatti, il 50% dei posti letto è riservato alla medicina generale e l'altra metà dovrebbe bastare per tutte le specialità; nelle altre province il rapporto è ancora più patologico, con il 72% dei posti-letto destinato alla medicina· generale. Pediatria, ortopedia, neurologia e cardiologia, tanto per citare alcune specialità più importanti, hanno presenze irrilevanti nell'Irpinia, nel .Sannio e nel Casertano, (36 posti-letto pediatrici a Caserta; 35 ortopedici ad Avellino e 43 della stessa specialità a Casertà: tutto qui, secondo le statistiche più recenti, ma la situazione è migliorata solo di poco negli ultimi mesi). In termini sanitari questo significa la destinazione pressoché completa degli ospedali al ricovero degli ammalati acuti, con il conseguente abbandono dei cronici e lungodegenti. Nei settori spec~alistici il gap ospedaliero camp-ano è mortificante. « Circa l'istituzione di Divisioni e C-entri di alta specalizzazone - ha scritto il ·dott. Alfonso Bizzarri, uno dei più qualificati esperti della ANAAO - se qualcosa esiste lo si deve in parte preminente all'interessam-ento di alcuni gruppi di sanitari. Vi è, infatti, un solo centro di cardiochirurgia presso gli Ospedali Riuniti per bambini. Un altro centro cardiologico esistente all' Ascalesi è purtroppo solo una cosa a metà, mancando della indispensabile parte chirurgica; difatti il paziente, una volta studiato, va trasferito in aitre città. Vi è una sola divisione di ematologia; qualche divisione di neurochirurgia e di chirurgia plastica esiste solo perché alcuni volenterosi sanitari sono riusciti a farla entrare in funzione. Infine, è da notare che, ad eccezione dell'INAIL, in tutti gli ospedali sia la funzione preventiva che quella riabilitativa, 92 Bi 1iotecaginobianco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==