Nord e Sud - anno XVIII - n. 133 - gennaio 1971

I Editoriale finanziario (come condizione a monte, naturalmente, delle riforme di struttura), anche se poi la componente laica della solidarietà democratica ne dovesse risultare indebolita rispetto alla componente ca"ttolica ed i cattolici democratici ne dovessero risultare indeboliti rispetto ai cattolici integralisti - somiglia all'errore di valutazione che fu commesso a suo tempo da Malagodi - di ritenere che si dovesse contrapporre una forza di « democrazia liberale » ad una forza di « democrazia sociale» - e pagato con la emarginazione del Pi! dalla prospettiva di un allargamento a sinistra dell'area della solidarietà democratica: se è vero questo, è anche vero che, in vista del centro-sinistra, si poteva lasciar perdere Malagodi, ma non si possono oggi lasciar perdere i socialisti. È indispensabile, cioè, ritrovare il filo di un discorso che conse11ta ai partiti laici del' centro-sinistra di riconoscere ciò che li unisce, al di là delle inimicizie personali e dei pregiitdizi ideologici che li dividono. Si tratta perciò di iscrivere il discorso sulle riforme sociali nel contesto di un più generale discorso sulle riforme civili e di innestare l'uno e l'altro al discorso condizionante della sicurezza economica e finanziaria, da un lato, ed al discorso non certo meno condizionante della sicurezza internazionale, dall'altro lato. Né si dica che questa è un'esortazione nella quale il desiderabile non può coincidere con il possibile. Dopotutto, se ci si sforza di pensare in termini storici ed in termini etico-politici, ciò che unisce Mancini e Tanassi potrebbe contare ancora assai più di quanto non conti non solo ciò che li divide, ma anche ciò che contingentemente può avere accomunato Mancini e Donat Cattin, o ciò che altrettanto contingentemente può avere accomunato Tanassi e Piccoli. È stllla base di qilesta valutazione in termini storici ed etico-politici della parentela che unisce i partiti di democrazia laica che i repubblicani avanzaro110 l'anno scorso la proposta di un patto di collaborazione fra questi partiti. Ma il PSI cominciava già a perdersi nella mitologia degli « equilibri più avanzati »! E poi, la scissione, con il suo carico di risenti1nenti, er<:1d-i ieri. Oggi si può d.ire che sia di avant'ieri. Ma i rapporti fra PSU e PSI continuano a peggiorare e si sono guastati anche quelli fra PSI e PRI. In realtà, il PSI è addirittura egemonizzato dalle sinistre cattoliche, interne e anche esterne alla DC: basti considerare l'impo·rtanza che De Martino, e più di lui i Bertoldi ed i Manca, attribuiscono :1.lla « scelta del campo socialista » enunciata dalle ACL/, dimostrando di non saper intendere che le ACL/, per quanto possono spostarsi socialmente a sinistra, sono sempre politicamente a destra, mentre i so·cialisti devono essere sempre e. comunque e soprattutto politicamente a sinistra, per un'Italia che, nella continuità della sua tradizione risorgimentale, 7 Bib~iotecaginobianco • • -

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