Vittorio Barbati In altri termini, sul piano delle grandi impostazioni, la politica della ricerca dovrebbe essere affidata al dicastero e, sul piano del coordinamento tecnico, allo stesso ed al C.N.R. E questo porta a considerare un altro punto scottante: i rapporti con gli altri dicasteri. È evidente, infatti, che, sul piano operativo, non si possono sottrarre ai dicasteri specializzati i compiti di indirizzo e di controllo che ricadono nelle loro sfere di competenza. Se si torna a considerare per un momento la questione dei programmi di promozione, si nota subito che questi programmi sono, per la maggior parte, dei programmi di tipo industriale, i cui indirizzi non possono essere sottratti alla competenza del Ministero· dell'Industria. E, sotto un altro profilo, considerando l'apporto decisivo che ad essi sono chiamati a dare i grandi organismi delle partecipazioni statali, al ministero dal quale questi dipendono. Anche in questo caso, il pericolo delle sovrapposizioni di competenze e dei contrasti che da esso possono derivare non può essere sottovalutato. Ancora una volta, si torna al problema delle norme giuridiche e dei rapporti umani di collaborazione. Con ogni probabilità, sarà possibile superare questi ostacoli - scongiurando quindi eventuali conflitti di competenze - solo impostando su basi nuove i rapporti fra i vari organismi interessati e stabilendo, in primo luogo, degli organi direttivi « permanenti » comuni, costituiti da qualificati rappresentanti di tali organismi. Molte volte gli scogli si superano solo quando ci si siede intorno allo stesso tavolo. Un altro aspetto molto importante dell'organizzazione della ricerca è costituito dai collegamenti da attuare in sede internazionale ed in sede sovranazionale. A quali organi dovranno essere affidati tali collegamenti? Ad organi politici, politico-tecnici, o tecnici? Anche in questo· caso, non è possibile formulare risposte tassative. Considerando anche che lo stesso carattere della ricerca vieta schematizzazioni troppo rigide, e che le differenze di fondo esistenti fra la ricerca pt1ra e la ricerca applicata - pur nell'impossibilità di precisare il confine che le separa - impongono di agire con estrema cautela. Infatti, la ricerca pura, pur nella necessaria delimitazione dei suoi programmi, ha per fine fondamentale la conoscenza, dalla quale possono o non posso110 derivare applicazioni pratiche. La ricerca applicata, invece, deve mirare alla realizzazione di programmi precisi, o meglio di programmi che consentano, al loro compimento o anche durante il loro svolgimento, applicazioni co•ncrete nel campo tecnologico· e, in senso più generale, nel campo economico-produttivo. Per tali motivi, mentre alla ricerc~ pura, nei limiti dei mezzi finanziari e tecnici disponibili, deve 84 BiblÌotecaginobi .neo
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