Editoriale ministi ») dev'essere integrata da quest'altra ~nalisi -che alle deduzion,i politiche ricav~bili dalla constatata contrapposizione fra democrazia sociale e democrazia liberale intreccia le deduzioni politiche ricavabili dall'esigenza di assicurare l'equilibrio tra forze di democrazia laica e forze di democrazia cattolica. Questa nostra rivista denunciò allora con molta energia l'errore di fi.1alagodi: prevedemmo che ne sarebbe derivato un difficile periodo di instabilità politica e soprattittto un preoccupante indebolimento della componente laica nella solidarietà democratica, anch'essa indebolita di riflesso. E sulla base di questa valutazione, rifiutando, noi liberali, la contrapposizione di Malagodi, ci schierammo con il PRI e con il PSDI, contro il PLI e aperti al PSI. Fu, del resto,, proprio quella impostazione che Malagodi andò teorizzando del problema dell'equilibrio politico, che determinò l'irrimediabilità della crisi del centrismo degasperiano. E d'altra parte si andava precisando allora la tendenza del PSI a liberarsi dei suoi residui legami frontisti ed a rendersi disponibile per una politica di consolidamento ed espansione della democrazia: sicché era possibile intravedere effettivamente una soluzione più avanzata del problema dell'equilibrio politico con un rafforzamento della componente laica di questo equilibrio, vantaggiosamente compensando suita sinistra, con l'inserimento del PSI nell'arco della solidarietà democratica, l'incauto sbandamento del PLI sulla destra. È ora Mancini che imposta il problema dell'equilibrio democratico in termini di contrapposizione fra correnti po-litiche collocabili più a destra e correnti politiche collocabili più a sinistra della DC sulla base di itna valutazione che tiene conto soltanto del grado di socialità delle più o meno generiche e sommarie enunciazioni progra1nmatiche. E sembra ritenere, Mancini, che siano a destra della DC, e quindi da emarginare, o quanto meno da umiliare, proprio i due partiti che dai tempi di De Gaspeti in poi hanno continuativamente garantito non soltanto la solidarietà democratica, ma anche e soprattutto, nella solidarietà democratica, l'equilibrio politico fra democrazia laica e democrazia cattolica: quell'equilibrio che Malagodi non tenne in gran conto nel 1954-55 e che i De Martino ed i Mancini non tengono in gran conto oggi, 1na che ha costituito sempre l'antidoto dell'integralismo e perciò la preoccupazione dominante di De Gasperi, di Saragat, di La Malfa e poi anche di Nenni. Se è vero, d'altra parte, che l'errore di valutazione dei socialisti - di ritenere « più avanzato » un equilibrio politico segnato dalla prevalenza delle forze che mettono l'accento sulla «socialità» e sull'« operaismo» rispetto alle forze che mettono l'accento sul buongoverno economico e 6 Bibliotecagitiobianco
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