Nord e Sud - anno XVIII - n. 133 - gennaio 1971

Giornale a più voci e. sterile ». Il PRI, ha detto a sua volta il capogruppo Mario Del Vecchio, « si è preoccu,pato innanzitutto di verificare la rispondenza dello Statuto. con la Costituzion,e repubblicana la cui necessaria intePJJiretazione evolutiva non deve, pe:r,-altro, consentire di forzarne la lettera e lo spirito. In alcune sue parti . il testo adottato non ci ha pienamente soddisfatti. Come pure non vi _è stata u~~ esauriente spiegazione al mancato accoglimento della pro1 posta repub·blicana volta ad inserire nello stesso procedimento legislativo la consultazior1e dei Sindacati ». . . Il .gruppo comunista, ha detto il sen. Gomez, esprime un giudizio nel complesso positivo sullo Statuto anche se -esso non soddisfa pienamente le aspettative popolari. Ha poi subito aggiunto che « alla elaborazione della Carta il partito_ comunista ha dato un cont,ributo determinante non solo partecip·ando alla ricerca ed al confronto libero ed aperto con tutte le forze regionaliste in Commissione e in Assemblea, ma soprattutto interven,endo nella promozione;- nel corso stesso della elaborazione del testo, di quella partecipazione popolare che ne costituisce la essenziale no,vità ». I partiti ·di dest,ra si sono sentiti discriminati, ma non già dall'assieme di principi e di affermazioni contenuti nello Statuto, bensì -dal preambolo che i liberali hanno giudicato di « ispirazione marxista». In realtà foirtem~nte accentuato, nel preambolo, è soltanto il richiamo ai valori democratici della Resistenza, per cui proprio resta inspiegabile l'atteggiamento del PLI che ha ~otato contro lo Statuto, mentre MSI e PDIUM si sono astenuti. I liberali hanno finito, così, col porsi all'estrema destra dello schieramento regionale campano. - · Se l'app,rovazione della « Carta fondamentale» rappresenta un atto qualificante per la Campania, anche per il vasto consenso che ha incontrato, non è certo possibile affermare che essa, da sola, sia una garanzia sufficiente per una corretta gestione del potere regionale. Se lo Statuto rappresenta un apprezzabile momento di tensione delle forze regio,naliste campane, è 01ra necessario che questo momento ,di tensione diventi volontà politica e si traduca in una efficiente azione riformatrice; diventi moderna visione dei problemi e del quadro ·di necessità in cui bisogna operare per -guarire mali antichi e recenti. Se si considerano il trasformismo degli uomini politici campani e le pessime tradizioni amministrative di Napoli, si comprende meglio il bisogno di un im1 pegno cqn-tinuato nel tempo delle forze region·aliste seriamente tese « a por fine all'esproprio dei nostri diritti», seria~ente tese a creare un rapporto nuovo fra cittadini e pubblico potere attraverso il corretto funzionamento ·della Regione quale organismo intermedio tra lo Stato ·e le popolazioni. · - A,l .di là delle dichiarazioni di principio e delle enunciazioni ideali (difficilmente possono scomparire da una Carta Costituzionale, a qualunque scala essa venga redatta), insieme all'autonomia ed alla partecipazione, punto centrale dello Statuto resta l'·assunzione ·della p1 rogrammazione come meto 1 do di lavoro per superare gli squilibri territoriali e settoriali. L'articolo 4 (Titolo II) precisa così obiettivi e finalità della Regione: « La Regione, nel quadro 63 Bibliotecaginobianco

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