Nord e Sud - anno XVIII - n. 133 - gennaio 1971

• I Giornale a più voci incentivazione di aziende tecnicamente superate (per le quali debbono preve .. dersi solo misure sociali per assicurarne il trapasso in,dolore ). È necessario che i lineamenti, le previsioni, gli strumenti operativi di politica agraria vengano razionalizzati, coordinati e resi efficienti ed operanti sulla base di ampi settori e con principi omogenei, senza lasciarsi alle spalle delle oasi dimenticate ed anarchiche. Nella politica agraria nazionale debbono rientrare la Sicilia, la Sardegna, il Trentino -Alto Adige, la Valle d'Aosta e il Friuli- Venezia Giulia; si tratta di trovare i modi di coordinare le esigenze generali con le peculiarità regionali. In Sicilia, per particolare nostra conoscenza, abbiamo oggi un particolare fenomeno degenerativo, attraverso una penosa esperienza di conflitti continui tra Ente di Sviluppo, Assessorato Regionale Agricoltura, Ispettorato Regionale per l'Agricoltura, Cassa per il Mezzogiorno, complicato a volte da altri interventi marginali. Ciò è, per inciso, dovuto in parte alle forze di resistenza statale, che hanno agito in sede di attuazione, troppo spesso, creando in~tili do•ppioni. In tale situazione tutti questi enti, tanto più politicizzati quanto meno tecnicamente efficienti, si sono ridotti a centri di potere, dai quali non po,ssono partire direttive tecniche realistiche, ma astruserie dogmatiche, frutto di visioni particolaristiche, tendenti soprattutto alla eliminazione dei concorrenti, in un quadro di assoluta paralisi, tanto che la Sicilia non ha oggi una legge agrumaria e la Regione non sostiene l'Istituto Sperimentale per l'Agrumicoltura (Statale) di Acireale che langue penosamente, quando l'agrumicoltura interessa almeno 100.000 addetti! Questo vuoto di politica agraria, di fronte al quale né lo Stato né la Regione Siciliana sono esenti da co1pe, ritarda enormemente ogni soluzione dei veri problemi dell'agricoltura, co1 me lo studio per la riconversione delle strutture produttive e distributive, l'impostazione della ricerca scientifica e di mercato ecc. È necessario ed urgente perciò, che venga studiato, nel quadro dei nuovi strumenti di politica agraria nazionale e comunitaria, la necessità ed il modo di coordinarli e armonizzarli anche con le Regioni a statuto speciale, mantenendo integri e anzi pienamente e sinceramente realizzando gli strumenti validi in relazione alle loro peculiari esigenze, in modo che vi sia in Italia nel quadro del MEC, una politica agraria variamente articolata. Oggi occorre tendere a potenziare le strutture sovranazionali, ponendole in contatto più diretto e vincolante con le strutture delle grandi regioni naturali, in un'azione programmata e armonica; tuttavia, data la debolez~a ed il ritardo nella realizzazione di strutture europee, occorre che coesistano ancora i tre gradi, comunitario, nazionale e regionale. Il pericolo è che, ancora una volta ciò porti ad una situazione di debolezza delle regioni meridionali, che costituiscono, ~Imeno inizialmente, le negoziatrici più deboli, ed a ulteriori sacrifici per l'agricoltura meridionale. È peraltro un rischio meno grave dell'isolamento dai piani agrari nazionali e co·munitari in cui le Regioni a statuto speèiale potreb·bero ritrovarsi; un rischio di cui dovrebb,ero innanzi tutto preoccuparsi i più favoriti e progrediti, per cui pare che 61 Bibl"otecaginobianco

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