Marco Giardina - Michele Novielli sempre a Taranto, per la Shell, è difficile pensare çilla costruzione di impianti multy flash in aree già industrializzate, mentre· è probabile che la dissalazione venga usata come incentivo alla industrializzazione di aree rese depresse da carenze idriche, e in una situazione di questo genere l'energia prodotta risulterebb-e essere per un lungo periodo solo prodotto di scarto del ciclo lavorativo. Oggi la politica più redditizia per l'approvvigionamento delle zone assolutamente p•rive di risorse, al contrario, sembrerebbe esser quella attuata da anni dalla Cassa per il Mezzogio,rno•: a scop,i irrigui sono stati realizzati bacini idrici per la raccolta delle acque per oltre 1.185 milioni di mc., per l'industria 398 milioni di mc.; inoltre la progettazione per i prossimi 25 anni di bacini per complessivi 4.610 n1ilio,ni di mc. Con questo non si vuol dire che in un futuro anche abbastanza vicino il sistema di dissalazione dell'acqua di mare non possa diventare risolutivo per •Situazioni che fino ad oggi sembrano senza vie di uscita, ma q1.1esto non potrà avvenire fintanto che i co•sti di produzione non avranno- raggiunto livelli più accessibili. Per il momento il sistema si può considerare co,nveniente solo nei casi in cui alla totale mancanza d'acqua si accomuni una assoluta diseconomicità di trasporto su lunghe distanze da zone idricamente ricche. Tipico è il caso di Eilat, dove il governo israeliano fu costretto nel 1963 a impiantare, in un'area completamente priva d'acqua e notevolmente distante dalla più vicina fonte di emungimento, il Giordano, un impianto del tipo VFVC (V.acuum Freezing Vapor Compression). L'impianto, seppure indispensabile, non riesce tuttavia a contenere i co,sti entro limiti aziendalmente accettabili, e solo i più recenti progettj di abbinamento « impianto di desalinjzzazione-centrale nucleare» sembrano poter sbloccare questa situazione di impasse. La conclusione di un discorso sulla politica delle acque in Italia non può essere che di tipo provvisorio: la vastità del problema e, nel contempo, la dispersione degli elementi che potrebbero cond11r-re ad una omogenea soluzione no•n permettono che si continui a dimenticare quanto l'acqua incida per una corretta utilizzazione delle risorse economiche. L'unica nota positiva che si può intravedere in questo r11omento è l'interesse che la classe dirigente italiana dimostra finalmente verso il problema, e la comprensione della assoluta urgenza di intervento nel settore. MARCO GIARDINA La sesta Roma C'è, dunque, una sesta Roma? Altre capitali o metrop~li o megalopoli non accettano, non si predispo,ngono, nella loro conformazio,ne, struttura topografica, toponomastica, sociale ed econo,mica, a tale identità numerica. C'è la Londra dei quartieri, delle epoche storiche, delle condizioni, dei livelli economici e sociali; c'è la Parigi di Pigalle, .un mito ormai consunto, ma 52 Bib fotecagin-obi . co
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