... . Marco Giardina noso,- è un fatto altrettanto indiscutibile. L'unica soluzione può essere quella di ricorrere ad artifici tecnici che permettano almeno in p,arte di superare · l'ostacolo. Una buona soluzione potrebbe essere quella del riciclaggio « in vena» delle acqt1e già utilizzate, oppure, sulla scorta delle esperienze già maturate in Svizzera, la ricarica .delle falde con acque superficiali. Un es~mpio convin·cente della bontà di un simile sistema lo si è avuto fin dal 1962 a Basilea. Ogni anno ver1go•no in media riimmessi in falda 35 milioni di mc. d'acqua sottratti al Reno. La cosa porta a due favorevoli risultati: da un lato si limita l'impo·verimento delle falde, dall'altro si· fronteggia, anche se in minima parte, l'inquinamento « galoppante » del fiume. Soluzioni di questo genere potreb 1 bero ap,parire ·premature se .riferite alla realtà meridionale, ma la cosa è vera fino .ad un certo •p·unto.. Si p·otrebbe . validamer1te obbiettare che proprio non p1 recorren.do i tempi si è giunti al totaie inquinamento dei corsi d'acqua nelle zone ad alta concentrazione industriale. Inoltre l'esiguità delle fonti d'acqua nel Sud non permette una politica di sprechi come quella attuata al Nord. Infine proprio al Sud, esempi di atten- . ta politica delle acque -nor1 mancano: a Potenza esiste dal 1936 l'unico impianto per la depurazione delle acque di fogna esistente nel Mezzogiorno, ed il costo· -di esercizio, ci,rca 10 lire per mc. non può app•arire eccessivo, se messo a confronto con i risultati che si possono ottenere. L',esiguità, come portata e superficie, dei corsi d'acqua meridionali non permette in alcun modo lo smaltimento delle sostar1ze inquinanti che vi vengono immesse, e senza una prevenzione dall'inquinamento, i fiumi meri,dio,nali fino ad oggi ancora relativamente puliti diverranno in un brevè spazio di tempo la copia di quelli settentrionali. A questo punto si dovrebbe ap,ri·re un discor•sa: •molto lungo e triste sulla carenza di mezzi legislativi per una p·revenzione del depauperamento del patrimonio idrico. Vediamo in breve quali sono gli strumenti con i quali o,ggi si tenta di arginare il fenomeno. _Lapiù recente delle leggi risale al-1937, ed è la « legge sulle acque e .sugli impianti elettrici», poi, entrambi del 1934, il « Decreto sulla regolazione delle acque sotterranee » e la « Legge sulla salute pub·blica », per arrivare ai « Regolamenti locali sull'igi~e » del 1896. È sin trop,po evidente che simili leggi, risalenti ancora ad una « Italietta » pre-indu•striale e agricola, sono del tutto inadeguate .di fronte allo schiacciante fenomeno della civiltà industriale, e non ci si deve meravigliare se i pretori, gli unici che fino ad oggi si siano mossi a salvaguardia di un così • prezipso bene, siano costretti a ricorrere perfino alle leggi sulla p_esca, in tutela del patrimonio ittico. · Il quadro peggiora se andiamo a paragonare la nostra legislazione .sull'argomento con quella dei paesi europei più in-dustrializzati. ·La Gran Bretagna e la Francia hanno leggi che risalgono. al 1963, e sono di un assoluto rigore nei confronti dei· trasgressori~ la Svizzera e; ·la Germania leggi s.o Bibirotecagin·obia.nco
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