, Giornale a più voci analoga situazione di carenza idrica, e il conseguente rallentamento del decollo industriale, unita anche ad altre cause strutturali e sovrastru~turali, si rileva nella provincia di Reggio Calab-ria, dove la situazione tenderà ad aggravarsi ulteriormente con la designazione di Reggio a sede del V Centro Siderurgico. Sulla designazio•ne di Reggio si potrebbe discutere a Lungo, sia sul piano della correttezza della scelta, sotto il profilo di una co,sciente politica di pianificazione del territorio, sia perché è difficile dire fino a che punto una attenta valutazione delle risorse idriche abbia accompagnato una tale decisione. È anche vero, però, che_ una simile situazione si presentava in maniera analoga dopo la designazione a centro siderurgico di Taranto, e fu aggirata in 1naniera indubbiamer1te elegante, sepp•ure non pro 1 pria.mente alla luce di una valutazione macroeconomica, con la creazione di un impianto di dissalazione del tipo multi flash in grado di erogare una media di circa un milione e seicentomila metri cubi d'acqua dolce all'anno, con un costo medio di circa 100 lire al metro cubo, costo decisamente alto se rapportato a quello di circa 20 lire delle aree di maggiore densità industriale del Nord. Questa serie di difficoltà potrebbero essere superate con relativa facilità e con enorme sollievo per la p,rovincia reggina, che non dimentichiamo, oppone ai 545/800 litri-giorno per abitante della città di Milano i suoi scarsi 350 litri, se si riuscisse a pianificare lo sfruttamento dei potenziali 10-15 milioni di 1nc./anr10 d'acqua di ct1i è ricca la zona. Il discorso potrebbe proseguire analogo per quasi tutti i nodi di sviluppo del Mezzogiorno, senza che si verifichino sostanziali cambiamenti nell'impostazione del problema. L'unica eccezione è forse data dalle Puglie, che hanno in questi ultimi anni affiancato ad una espansione economica un piano organico di ricerche nel ca1n·po idrico. Ne è un esempio il bacino freatico capace di 2 1niliardi e mezzo di mc. d'acqua rilevato nella zo·na del golfo di l\t1anfredonia, nonché tutta la serie di ricerche compiute presso l'Università di Bari, che hanno permesso alla regione l'inizio di un armonico decollo industriale, senza che questo risentisse di una troppo gravosa « anemia» idrica. È avvenuto·, però, che proprio grazie alla soluzione di certi problemi di rifornimento idrico, non ultimo il notevole abbassamento dei prezzi dell'acqua che oggi raggiungono livelli di 15-40 lire per mc., molto vicini p·erciò agli standards nazionali, sia nata una forte concorrenza negli usi fra industria e agricoltura. D'altronde il non gradito primato della region~ come la p,iù povera di acque superficiali e di precipitazioni, aveva fino ad ora reso non meno proble1natico il discorso su una agricoltura concorrenziale. Quello che dovrebbe apparire chiaro oggi nella impostazione del problema dell'acqua nel Mezzogion10, non è tanto la carenza di acque da utilizzare, .quanto una deficitaria utilizzazione delle acque esistenti. In Italia, le uniche acque che si utilizzano, se si eccettuano quelle per uso, idroelettrico, sono di provenienza sorgentizia· o vengono ricavate dalle falde sotterranee. Che una simile provenienza abbia la sua ragione d'essere, specialmente nelle condizioni odierne di ir1quinamento delle ac·que superficiali, è un fatto innegabile; che un emurgimento incontrollato 'dalle falde sia quanto meno dan49 BibHoecaginobianco
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