Nord e Sud - anno XVIII - n. 133 - gennaio 1971

GIORNALE A PIU' VOCI Acqua e risorse Indub,biamente il pubblico italiano, grazie ai numerosi canali di informazione, ha raggiunto sull'argomento un grado di sensibilizzazione che fino a qualche anno fa non era neppure immaginabile. Non manca giorno in cui parole come pollution, contaminazione, inquinamento, non appaiano sulle pagine dei quotidiani, nor1 vengano ascoltate alla radio o alla televisio•ne. Ma dietro questa facciata - perché ir1 realtà di facciata si deve parlare - che ne è realmente del « problema dell'acqua »? Che cosa accade in questo settore così vitale senza che il grosso pubblico ne sia a co·noscenza? Fin -dalle elementari si insegna agli italiani che l'acqua è una delle ricchezze del nostiro paese: elettricità, ir1•dust-rie, agricoltura, dipende tutto dall'acqua, e noi, di quest'acqua ne abbiamo in abbondanza. Ma è vero? A questo punto la risposta più giusta sarebbe: non si sa. Può sembrare assurdo, ma questo è proprio il primo grosso ostacolo che si presenta per chi voglia iniziare una ricerca sull'argomento. Oggi in · Italia, non si è in grado ancora di conoscere r1é il potenziale idrico comples- . sivo, né il quantitativo d'acqua utilizzato annualmente dal paese. L'unico dato I certo esistente lo si p1 uò trovare 11el Piano Regolatore Generale degli Acquedotti, pub·blicato il 15 giugno 1967, che, è facile comprend·ere, nor1 può offrire se non una visione parziale degli usi idrici: oltr~ alle fonti per così dire « ufficiali », vi è una miriade di altre sorgenti di approvvigionamento che sfuggono completamente ad ogni rilevazione statistica. Una situazione di questo genere non fa altro che creare una generale confusione su tutto l'argomento: è infatti evidente che una in·sufficiente conoscenza delle risorse idriche non può che portare ad una altrettanto in-adeguata utilizzazione delle risorse stesse. Soprattutto il Mezzogiorno risente in maniera quasi macroscopica di questa carenza informativa, o p•er lo meno, se non vogliamo parlare in assoluto di carenza, bisognerà per lo meno parlare di dispersione delle informazioni: già nel 1931 la Fondazione Lerici com,p1 iva sor1daggi per la ·rilevazion·= della falda freatica nelle Puglie; a tutto il 1968 erano aperte nell'area di Napoli 24 stazioni per il ri1levamento della falda freatica, 42 in quella di Bari, 14 a Palermo, 28 a Catanza:ro. . Questi fatti però non tolgono nulla alla gravità della situazione: basti dire che nella Sicilia, terra cronicamente assetata d'acqua, secondo i più recenti ·accertamenti, solo un quinto del potenziale idrico. dell'isola viene sfruttato, e la cosa app:are ancora più grave se si tiene conto che il decollo economico· ,dell'isola viene in gran parte rallentato ,proprio dal deficit idrico; va da sé infatti che una insufficienza idrica rion manca di provocare gravi strozzature nella pianificazione del pro.gresso industriale della regione. Una 48 Bibi f otecag i nobia.nco

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