Nord e Sud - anno XVIII - n. 133 - gennaio 1971

Progetti per la programmazione Basilicata e Puglia, oppure sviluppo dell'area di sviluppo globale della Sicilia Orientale), che hanno tra loro degli addentellati in quanto lo sviluppo dell'area della Sicilia Orientale è connesso ad una certa politica portuale e la localizzazione degli impianti dell'industria cartaria è connesso all'impiego dell'acqua. La promozione di studi di queste connessioni dovrebbe essere uno dei co1npiti principali dell'ISPE nei prossimi anni. Nell'individuazione delle dimensioni del progetto entra immediatarriente in gioco la questione dei tempi di completamento, che a sua volta richiede un confronto intertemporale dei benefici che è uno dei giudizi che spetta110 alla direzione politica del paese. Ma una volta accettato un saggio di attualizzazione che esprima quantitativamente questo confronto, potrebbero anche definirsi i progetti in rapporto ad una scala di priorità che parta dagli obiettivi politici prescelti. Si porrà inoltre il problema della parzializzazione nel tempo degli interventi, distinguendo i casi nei quali i capitali creati siano in grado di fornire rendimenti già nel corso del quinquennio del piano o i benefici siano totalmente differiti a periodi futuri. L'altro aspetto da non perdersi di vista è quello del sincronismo di progetti diversi (o del grado di mancanza di si11cronismo accettabile). È impensabile che un porto industriale, progetto « sociale », ed t1n impianto industriale di base la cui premessa è l'esistenza dell'approdo, possano essere realizzati da soggetti che operano secondo motivazioni e tempi non comparabili tra loro. Eppure ancora oggi in Italia il funzionario tecnico dei ministeri non si muove confrontando i costi ai rendimenti, ma spesso astrae da condizioni economiche considerandole al massimo un vincolo poco gradito. Che l'opera si realizzi in uno o in dieci anni viene di solito considerato uno spiacevole inconveniente che nulla toglie alla validità del progetto. Ci si ricollega così all'ultimo aspetto che abbiamo inteso mettere in luce, cioè il limite oggettivo imposto dall'ammontare di capacità tecnico-organizzative reperibili e dall'esistenza di un ambiente capace di crearle. La carenza dell'Italia in questo campo è quasi totale: l'amministrazione pubblic~ che adotti criteri di efficienza pur senza abbracciare le finalità dell'impresa privata è qualcosa di cui da noi vi sono soltanto isolati e malvisti esemplari. È invece questo il campo nel quale avrà successo o fallirà la programmazione in Italia: il gruppo centrale presso il Ministero 39 Bib ·otecag~nobianco

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