Nord e Sud - anno XVIII - n. 133 - gennaio 1971

Progetti per la programmazione di Sandro Petriccione 111 .un discorso dinanzi alla Commissione Consultiva interregionale sulla programmazione economica, il ministro del Bilancio, Antonio Giolitti, ha esposto in maniera assai precisa i punti di vista del suo ministero su alcune questioni di metodo che investono i criteri attuativi della politica di programmazione quali si sono a11dati configurando in Italia durante il periodo dei governi di centro-sinistra, proponendone un mutamento radicale. I motivi che portano a formulare proposte di tale natura appaiono provenire da due diversi ordini di considerazioni, che, pur essendo di origine affatto diversa, concorrono a gettare dei dubbi sulla attuale validità della metodologia di politica economica fin· qui seguita, e spesso sostenuta con estrema decisione. Il ministro del Bilancio afferma nel suo discorso che il nostro paese si trova in una « fase di crisi ed insieme di svolta, una fase in .cui le forze politiche più responsabili, di governo e di opposizione, vanno interrogandosi sulle ragioni che hanno messo in crisi la politica delle riforme e della programmazione democratica e vanno prendendo gradualmente coscienza della via da seguire per rilanciare quella politica su basi nuove ... ». In altri termini, la mutata situazione politica, rendendo improponibile il « governo di legislatura » di cui si parlò nei primi anni del centro-sinistra, ha reso inattuabile la programmazione come si era finora intesa, e richiede oggi atteggiamenti diversi sia per quanto riguarda la finalità da perseguire, sia per ciò che concerne gli strumenti da impiegarsi. Se però non v'è dubbio che la mutata e non certo più facile situazione politica e sociale comporta un adattamento della pro~ grammazione ad esigenze che non si erano precedentemente manifestate, esiste pure una tendenza alla revisione dei metodi adottati che rivolge le sue critiche anche al periodo precedente la « fase di crisi ed insieme di svolta» 'di cui parla l'on. Giolitti. L'esponente più illustre di questa corrente di pensiero è il professor Saraceno, il cui articolo del novembre 1969 dal titolo assai significativo: Il Programma quinquennale non è forse uno strumento superato?, 33 Bibliotecaginobianco -

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