Nord e Sud - anno XVIII - n. 133 - gennaio 1971

Economia e Regioni degli effetti di quella azione. Per la verità questo genere di analisi economica si occupa prevale11ten1ente dei problemi del riequilibrio territoriale e pertanto la regione viene qui considerata soprattutto con1e una entità geografica nella quale operare una opportuna dislocazione di risorse, in maniera il più possibile adeguata a renderne il livello economico pari a quello del resto del paese. Ma col procedere delle esperienze in materia si comincia a fare strada la convinzione che la politica regionale può essere utilizzata come un mezzo per giungere alla razionalizzazione dell'intero sistema produttivo, cioè come una condizione per assicurare il suo più rapido sviluppo complessivo. Nel corso del convegno tenuto a Varenna, tra l'agosto e il settembre 1967, sul tema Le regioni in ritardo nei paesi industrializzati ed al quale parteciparono qualificati economisti di molti paesi anche dell'Est europeo, furono esaminati alcuni importanti aspetti dei problemi economici regionali 2 • Nel corso dei lavori Francesco Vito sostenne la necessità, contro i teorici del big-push, di incentivare gradualmente le attività locali attraverso la creazio11e di « economie esterne »: una tesi che appare ancora oggi sintomatica, per la scarsa fiducia riposta nell'azione esclusiva dei cosiddetti elementi di rottura, negli impatti non calibrati e realizzati senza un adeguato raccordo col tipo di situazioni econon1ico-produttive preesistenti. Ad essa facevano eco le affermazioni dell'economista francese Penouil, secondo il quale la realizzazio11e di un polo di sviluppo industriale, può avere tanto maggiori effetti indiretti di attivazione di iniziative collaterali quanto più profondamente si innesti in un piano organico di ammodernamento e di razionalizzazione delle attività produttive esistenti in loco e i11aree vicine al polo; ad esempio, quando si tratti di regioni essenzialmente agricole con possibilità di sfruttamento turistico, quanto più le iniziative indu.striali integrate del polo siano collegate alla razionalizzazione dell'agricoltura e del turisn10 locali. Inoltre, « gli effetti ir1diretti di diffusione sulle zone circostanti il polo » - secondo una considerazione conclusiva tratta dai lavori del convegno - « possono tardare molto e possono anche, entro un determinato orizzonte temporale, essere molto modesti, a meno che la politica degli interventi per poli non sia determinata solo 2 Il resoconto del convegno e alcune considerazioni in proposito qui riportate sono tratte da LUIGI FREY, Recenti discussioni sullo sviluppo regionale pro,nosse dall'Associazione economica internazionale, in « Rivista Internazionale di Scienze Sociali », n. 2, marzo-aprile 1968. 25 Bibliotecaginobianco •

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