Nord e Sud - anno XVIII - n. 133 - gennaio 1971

• I Cattolici e comunisti nale conciliare» i socialisti non abbiano saputo contrapporre una visione laica, entrando invece essi pure nella « corsa » e sullo stesso terreno « aperturista » dei democristiani: la candidatura di De Martino è portata avanti in nome del bicolore DC-PSI quale premessa di una compromissione del PCI nell'area di governo. La « repubblica conciliare » troverebbe così il suo suggello proprio nel palazzo che fu dei papi. E i laici si troverebbero ad emigrare su di un altro colle, l'Aventino, così come avvenne col fascismo. Sarebbe errato farsi illusioni sulle trasformazioni subite dalla Chiesa italiana, dove, accanto agli innovatori nello spirito giovanneo, persistono larghe zone di arretratezza sul piano della nuova ecclesiologia uscita dal Vaticano II; ma sarebbe ancor più illusorio identificare i fini propri della Chiesa italiana con la causa della democrazia: di diverso ordine sono le essenze e i fini. Notava Ignazio Silone, uomo tutt'altro che irreligioso, in una « lettera aperta » a Spadolini in seguito all'articolo che abbiamo citato: « è un fatto notorio che gran parte della gerarchia italiana è stata ostile alle più importanti deliberazioni conciliari, e altri le l1anno accettate senza intima convinzione, ma nella persuasione che possano essere utili. .. Il giorno in cui gli interessi della Chiesa dovessero richiederlo, essi benedirebbero senza esitazione anche una collusione clerico-comunista » 16 • Finora gli interessi della Chiesa non inducono a pensare che essa voglia dare oggi copertura alla repubblica conciliare in Italia. Ed è qui il grande compito e la responsabilità dei laici. GIULIO PICCIOTTI .. 16 GIOVANNI SPADOLINI, Op. cit., p. 319. 21 Bib1iotecaginobianco -

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