I Droghe e drogati giamento assolutamente sbagliato. Se il drogato è un· malato, va curato e no·n condannato. Se si è dato alla droga in segno di protesta contro una morale che egli considera ipocrita, è chiaro che per indurlo ad abbandonare la droga occorre un approccio che no,n sia né moralistico né punitivo. Ciò che occorre, è illustrargli pacatamente - ma anche senza esagerazioni - i rischi delle varie droghe; occo·rre soffermarsi non soltanto sul sintomo, cio,è sull'uso della droga, ma anche e soprattutto sulla causa, cioè sulle difficoltà di ordine emotivo e sociale che lo hanno spinto alla droga; occorre analizzare insieme al drogato i conflitti che si creano tra i suoi desideri e i suoi impulsi da una parte, e dall'altra parte le strutture della comunità in cui vive; occorre fargli intendere che tutti questi proble1ni vanno risolti affrontandoli a livello razionale, e non attraverso· la fuga co,nsentita dalla droga. Proprio perché la terapia deve essere condotta in una visione globale, e non diretta unicamente all'abbandono della droga da parte del drogato, abbandono che, senza la visione globale di cui dicevo, sarebbe del tutto provviso,rio, mi sembra inutile creare, come da qualche parte si suggerisce, dei centri anti-droga nell'ambito dei centri co,ntro, le malattie sociali. Piuttosto, occorrerebbe ristrutturare i centri di igiene mentale - oggi largamente inefficienti, salvo lodevoli eccezioni - e in essi curare i drogati cercando anzitutto di risolvere i loro problemi emotivi, inquadrando cioè il problema della droga in una visione psichica generale. E la legge, a sua volta, dovrebbe essere modificata in questo senso; oggi sento dire che bisogna colpire più duramente gli spacciatori di dro·ga e meno duramente i drogati, ma anche questa, a mio avviso, non è la strada giusta, perché i drogati non vanno colpiti affatto, così come non si colpiscono gli alcoolizzati. La legge deve colpire, e molto più duramente di quanto oggi non avvenga, gli spacciatori di droga; non deve colpire i drogati, anche per dar loro modo di denunciare chi li ha attirati al vizio senza timore di incorrere essi stessi nei rigori della legge; e affidare a psichiatri e a psicologi il compito di allontanare i giovani dalla droga. Tutt'al più a scopo preventivo si potrebbero fissare delle pene per chi fa propaganda all'uso della droga, anche senza spacciarla. . Personalmente, sono preoccupato per l'estendersi del fenomeno della droga, proprio perché non 1ni pare che si stia imboccando la strada giusta per combatterlo. Ed è anche inutile spave11tare i giovani, prospettando loro non già i pericoli reali ·della droga, ma pericoii esage-- rati o addirittura inesistenti; forse in un primo momento si riuscirebbe a disto·glierli, ma alla lunga il sistema si rivelerebbe controproducente: una volta che il giovane abbia avuto modo. di constatare l'esagerazione 127 Bi liotecaginobianco
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