Nord e Sud - anno XVIII - n. 133 - gennaio 1971

Droghe e drogati combattere forti dolori. Si tratta invece di un contagio psicl1ico: si sperimenta la droga per curiosità, o magari perché si entra a far parte di un gruppo dove la droga viene presa di obbligo, in quanto· determina uno stato di evasio,ne dal mondo di tutti i giorni che in « gergo· » si definisce « viaggio »; e difatti l'effetto principale di questo· tipo di sostanze è quello di staccare l'individuo non solo dalla realtà quotidiana, ma anche da se stesso, dalla sua individualità, dalla coscienza di sé come coscienza di identità personale. Ha dichiarato uno studente di una Università· americana, riferendosi appunto alla sua esperienza do-po assunzione di una droga allucinogena: « Mentre giacevo a terra, guardavo il cielo e potevo in certo modo vedere attraverso le foglie della pianta e vedere scorrere t11tti i fluidi della pianta. Pensai che la pianta mi era molto, n1olto amica, e molto strettamente legata a me come cosa vivente. Per un certo tempo, io divenni una pianta e sentii 1a mia spina dorsale scendere giù attraverso i mattoni e mettere radici ... e io sollevai le braccia e le ·agitai insieme con la pianta e fui davvero una pianta! ». Ora, è chiaro perché l'uso degli allucinogeni sia condannato anche sul piano ideologico. Fuggire dalla realtà è una forma di contestazione passiva e individuale che certo non contribuirà a modificare la realtà. Se non si distingue più tra se stessi e un oggetto, che senso ha combattere per una società migliore, che senso hanno parole come libertà, o giustizia, o dignità? Una gioventù dedita agli allucinogeni non avrebbe certo fatto la Resistenza. Perciò tanto i rivoluzionari quanto i riformatori ripro,vano fermamente l'uso di queste droghe, che poi sono diffuse proprio tra i giovani scontenti del sistema attuale, in quanto portano alla fuga anziché alI1impegno e alla lotta. Ma veniamo al punto di vista medico. Gli allucinogeni, il più noto dei quali è l'LSD, ossia la dietilamide dell'acido lisergico, non determinano, in genere, uno stato di piacere. Portano a galla, piuttosto, gli istinti primordiali, ed infatti erano usati dagli psicanalisti per conoscere l'inconscio di un soggetto. In persone tarate, possono portare al suicidio e all'omicidio. Anche se non provocano direttamente tossicomania, il loro uso spalanca tuttavia la porta alla marijuan·a: e questa, provocando una sinto,matologia piacevole, determina una dipendenza psicologica dalla droga. Non una dipendenza fisica, nel senso che una brusca astinenza non dà luogo a disturbi; ma, come ho detto, una dipendenza psichica, anche perché vi è quasi sempre ur1 gruppo al quale il fumatore .di marijuana appartiene che· gli impedisce di rinunciare alla droga, che è come una speçie di rituale del gruppo stesso. Poiché gli allucinogeni portano alla marijuana, è errato, come talvolta si fa, parlare di dro-ghe « buone » e di dro·ghe « cattiye »: molto dipende dalla 125 Bib1iotecaginobianco

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