Nord e Sud - anno XVIII - n. 133 - gennaio 1971

. . Giovanni Marongiu tata inidonea ad affrontare i problemi del co·ntrollo ·dei processi eco·nomico-sociali. È per far fronte a questa inidoneità cl1e essa stessa ha creato, per così dire, nuove strutture governanti, le quali, come diceva ieri Donat Cattin, cercano poitere ed in questa ricerca non potranno non incontrarsi e scojntrarsi con il pro 1 blema ·degli equilibri territoriali, che anzi costituirà il terreno privilegiato. nel quale consolideranno - o com·prometteranno - la loro fu11zione di governo. Le Regioni stesse, quindi, po,rranno inevitabilmente il problema del superamento della contraddizione di fo·ndo del nostro sistema economico: proprio per questa via la loro- forza politica potrebbe saldarsi con quella dei sindacati nello, sforzo - che oggi appare prioritario - di collegare l'attuale fase rifo,rmista con quella, irrisolta, di un decennio fa. È in questo quadro, O· almeno, tenendo conto di questo• quadro, che occorre affrontare j problemi più specifici di un intervento equilibratore per il superan1ento del divario Nord-Sud. Sulla collocazione, il significato e lo stesso contenuto •di tale intervento equilibratore, mi sembra del tutto accettabile l'impostazione di Petriccione. Ciò che però a 1ne pare essenziale, è identificare il meccanismo che all'interno della •programmazione può costituire il punto di riferimento ·dell'azione di rieq·uilibrio. Bisogna, infatti, guardarsi anche dalla tendenza a trovare la so1uzione del problema meridionale nella semplice assunzio11e di esso come obiettivo· politico· del piano. Se ciò è necessario non è tuttavia sufficiente: occorre porre attenzione, più di quanto non si è fatto nel passato, al meccanismo cl1e entro le stesse istituzioni di piano deve presiedere alla politica del riequilibrio. Il Governo ha inaugurato nel 1968 un particolare meto·do di pianificazione, che va sotto il nome di contrattazione pro,grammata. Questo metodo appare, nel. suo significato essenziale, coerente con l'obiettivo del piano in quanto sembra voler entrare 11el vivo delle decisioni dei centri imprenditoriali per spingerli in direzione del Mezzogiorno. A questo fine, anzi, essa porta negli elementi che confluiscono nelle decicisioni il peso di un insieme di condizioni privilegiate, tali appunto da modificare sostanzialmente il quadro, della convenienza nella scelta -del_l'imprenditore. Ma biso1 gna intendersi sull'obiettivo, sull'oggetto e sulla proiezione operativa della contrattazione. Le decisioni da prendere in considerazione, infatti, non dovrebbero essere solo q11elle relative al Mezzogiorno, ma tutte ·quelle rientranti nelle strategie delle imprese, private o· pubbliche che siano. Se ci si limitasse a discutere sulle decisioni già adottate per la localizzazione di determinati impianti nel Mezzo.giorno, no,n si contratterebbero tanto 112 ~ibli·otecagino·t. neo

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