Nord e Sud - anno XVIII - n. 133 - gennaio 1971

Cattolici e • • comun1st1 di · Giulio Picciotti Se si guarda a quanto è stato scritto da parte laico-liberale sul dialogo tra cattolici e comunisti, si ha l'impressione che, tranne poche eccezioni, gli avvenimenti che si sono svolti dall'Ottocento ai primi sessant'anni del Novecento abbiano fatto schermo ad una comprensione più profonda del problema. Molti laici sembrano fare ancora riferin1ento alla Chiesa che difendeva come irrinunciabili pochi ettari di terra intorno a Roma, o alla Chiesa degli anni più recenti, che aveva come suo principale problema quello di condizionare, attraverso il voto dei cattolici, il governo del paese in cui la Sede apostolica ha il suo territorio. Non è detto che nella politica vaticana verso l'Italia non vi sia, ancora oggi, questo; ma, dopo i due momenti del Concilio e del pontificato di Paolo VI, tale aspetto ha assunto una assoluta marginalità rispetto a quella che è la nuova strategia della Chiesa, oggi veramente ecumenica. L'Italia in questo quadro è solo un piccolo paese; anche l'Europa è solo una piccola Europa. Il dialogo, allora, tra cattolici e comunisti in Italia e, a volere, tra cattolici e comunisti in Francia - vedi la recente intervista di Marchais a « La Croix » - ossia negli unici due paesi europei che hanno grossi partiti comunisti, è del tutto marginale, anzi è di ostacolo alla vasta strategia perseguita dalla Chiesa, poiché il « dialogo » vi si inserisce inadeguatamente, intempestivamente e con caratteri di troppo scoperto e immediato strumentalismo politico. Basta avere una visione ampia del significato del Vaticano II e del pontificato di Paolo VI per comprendere come la Chiesa cattolica sia giunta oggi ad una riconsiderazione della propria storia, rispetto alla quale i precedenti schemi interpretativi elaborati q.al mondo laico risultano del tutto inadeguati. Interpretando il breve pontificato giovanneo, si è sostenuto, da parte dei cattolici ecclesiologicamente « più avanzati », che siamo alla fine q.ell'era costantiniana, e questo sotto lo slancio di una rinnovata spiritualità. Ma una simile asserzione non è suffragata da alcun atto politico o diplomatico della Santa Sede, la quale viceversa ha proseguito nella linea di difendere i Concordati già esi9 - Bib~~otecaginobianco

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