Nord e Sud - anno XVIII - n. 133 - gennaio 1971

La « Cassa » negli anni settanta tensità, i pro,blemi meridionali hanno, negli ultimi anni, esercitato una influenza marginale e spro 1 po,rzionata in rapporto alla •drammaticità della situazione. · Un'analisi che metta in luce le finalità che l'azione politica si prefiggeva e la misura nella quale è riuscita a conseguirli, è sempre opera di chiarificazione, dalla quale possono ·emergere giudizi espliciti sulla validità delle misure adottate ed elementi per una riformulazione del problema con l'enunciazione di un insieme coerente di obiettivi che servano di guida e di limite all'azione economico-amministrativa. 2. L'azione dello Stato repubblicano per il Mezzogiorno aveva preso le ,mosse dalla co11statata necessità di migliorare le inumane c1 ondizioni di vita delle popolazioni meridionali attraverso una p·o,litica di opere pubbliche e di bonifica a sostegno della riforma agraria. Giova ricordare che furono il movimento per l'occupazione delle terre ed i morti di Melissa e di Montescaglioso, più che preoccupazioni di astratta razionalità nell'organizzazione dell'apparato dello Stato, che· conduss,ero alla creazione della « Cassa » ed alla riforma agraria del Mezzo1.. giorno latifondistico. In tutta l'impostazione della politica meridionalista, co,me si configurò nell'immediato dopoguerra, nonostante i contrasti del momento e l'~nunciazione di alcune idee nuove sul ruolo dell'industria nel Sud, che non riuscirono però a svolgere un ruo,lo ·determinante, prevalsero le tesi gramsciane, salveminiane e sturziane sul problema del Mezzogiorno, visto essenzialmente in termini di nuo·vo assetto della proprietà e •delle forme di produzione in agricoltura. Ma già verso la metà degli anni cinquanta si andava facendo strada la convinzione, del resto già saldamente affermatasi nel campo della teoria dello sviluppo economico, che in una regione soprappopolata, solo lo sviluppo dell'industria poteva condurre ad un pro,gressivo aumento del reddito e dell'occupazione. La svolta del 1957, accentuata poi dalle leggi del 1962 e ·del 1965, spostava il centro dell'azione pubblica nel Mezzogiorno dalla predispo~ sizione di infrastrutture alla incentivazione delle attività industriali. Tale incentivazione, come è noto, prendeva un do,ppio as1petto: quello delle facilitazioni fiscali e delle sovvenzio•ni (in co,nto capitale o interessi) o quello della predisposizione di infrastrut_ture specifiche. La svolta partiva dall'esatta percezione del fatto che l'agricoltura non era in grado di fornire un numero di -posti• di lavoro adeguato alla do,manda, ma che, anzi, gli aumenti di produttività - essenziali ·per elevare il teno·re di vita dei contadini - avrebbero, contribuito ad aumentare la disoc103 Bib1icitecagi·nobianco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==