La disperazione progettuale ospedali, scuole, trasporti collettivi, edilizia popolare) che (e vi insiste spesso La Malfa) si giudica il livello morale, oltre che il tenore -di_vita, di una società. Si contesta ai tecnologi di aver agito con i paraocchi, di aver mirato unicamente al profitto, di aver trascurato· gli effetti collaterali, e certo non meno importanti, della loro azione principale. Si sono serviti delle strutture industriali (perfezionandole e massificandole) per invadere il mondo di macchine, elettrodomestici, aggeggi di ogni specie, ma solo quando le conseguenze negative sono diventate macroscopiche hanno deciso di intervenire: e come? con altre macchine, naturalmente. L'industria tecnologica continua a produrre, ad aumentare la propria potenza, a compiere errori: chi paga è solo e sempre la massa dei cittadini; paga per possedere degli oggetti, e questo è giusto; ma poi paga anche lo scotto degli squilibri fisici e mentali prodotti da quegli oggetti; infine, è essa stessa a pagare i danni subiti. Infatti, l'industria, che si è già arricchita distribuendo macchine produttrici di inquinamenti, comincia ora ad arricchirsi vendendo « le migliori macchine per •purificare l'ambiente » che si era affannata irresponsabilmente a corrompere. Tutto questo appare p·aradossale, ma è reale, perché l'uomo si è abituato ad essere trattato non come soggetto, ma oggetto : l'uomo è alienato. È alienato per la mancanza di respo11sabilità nelle decisioni a livello operativo, per la frattura che esiste nei confronti del potere, per il distacco relativo al proprio· lavoro. Quindi, in definitiva, è alienato anche nei confronti della propria perso-na. Egli non si riconosce nell'ambiente che lo circonda, e quindi nemmeno in se stesso, poiché egli stesso è frutto dei continui rapporti di interscambio tra ambiente e uomo, avvenuti durante i secoli e nel corso di ogni singola vita umana. È vero che « fare il nostro ambiente e fare noi stessi è stato, filogeneticamente ed ontogeneticamente, un unico processo » (La speranza progettuale di Tomàs Maldonado, il sociologo che quest'anno ha disertato Rimini, ma le cui idee sono egualmente più volte rimbalzate nei vari interventi dei relatori). Un ulteriore fattore di modifi~azione del comportamento· dell'uomo è la sua convivenza sem·pre maggiore con le macchine. Ciascuna di esse, singolarmente, esalta una capacità dell'uomo, come la potenza di movimento delle gambe (l'automobile), l'acutezza dell'udito (il telefono),· la p·erfezione della vista (la televisione); mai nessuna macchina è riuscita a radunare in sé tutte le facoltà umane. L'uon10 a contatto con le macchine sente esaltata in sé una particolare qualità: con un esempio oramai consueto, in automobile diventa più aggressivo, e tende a dimentic~re quella qua~ità che lo fa essere umano: il pensiero, la ragione. I suoi rapporti con l'ambiente sono quindi n1olto falsati e gli , 93 Bibliotecag inobianco
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