Nord e Sud - anno XVII - n. 132 - dicembre 1970

I Argon1enti sente applicazioni estensive. È lo Stato che decentra i suoi poteri; non sono le Regioni ad autolimitarsi per lasciare lo spazio indispen_sabile ad un collocamento di natura quasi federale. Tanto più che lo Stato, nel decentramento dei suoi attuali poteri, con l'intento di assicurare autorità ed efficienza agli organi regionali può andare, ed andrà, oltre il riconoscimento dei « settori org·anici -di materie » che sono da attribuire alle Regioni per loro specifica competenza; e vorrà delegare alle stesse anch-e altri poteri in settori che rimangono di sua esclusiva spettanza. Col tempo potrà apparire sempre più conveniente allargare la sfera di queste funzioni delegate. Nondimeno è molto importante fissare subito, fedelmente e rigorosan1ente, secondo, il precetto costituzionale, la linea di demarcazione fra le funzioni irrinunciabili dell'amministrazione centrale e l'autonomia regionale. 3. Un'artificiosa alternativa. - Sul piano politico si tende a servirsi del decentramento regionale come di un'occasione per la « riforma delle riforme»: per quella riforma dello Stato italiano, che è stato ricostituito secondo un disegno repubblicano, ma con una struttura amministrativa eccessivamente centralizzata ed autoritaria. Donde l'affermazio,ne che « in materia di decentramento non si possono fare le cose a metà » (Bassetti, nel discorso programmatico come presidente della Regione lombarda); e donde pure l'opposta avvertenza che occorre trovare un « gìusto contemperamento fra le esigenze di autonomia e di effettivo decentramento e quelle di una reale salvaguardia della unità dell'ordinamento dello Stato » (Colombo, nella dichiarazio,ne alle Camere per la presentazione del suo Go-verno). Esempio pratico assai signi 1 ficativo di un tale contrasto, la polemica attorno al Ministero dell'Agricoltura e delle Foreste. C'è chi ne reclama lo « smantellamento », come uno strumento di potere iogorato dalle eccessive interferenze politiche; e chi addirittura ne richiede invece un potenziamento, per le maggiori responsabilità che comportano, per l'amministrazione centrale, le nuove iniziative comunitarie sul piano della struttura agricola e l'avvio di un'effettiva politica di program- • maz1one. Smantellare o potenziare? Un'alternativa artificio,sa, nello spirito . di una contrapposizione che riduce ogni problema in termini politici perché ne ignora le premesse istituzio·nali. Altrettanto mal posta è la questione da parte di chi pensa di dover difendere ad oltranza l'attuale ministero, conservando· quanto p_iu possibile delle sue strutture, anche se le sue Direzioni generali dovessero restare come gran-di scatoloni vuoti; e mette perciò tutto l'impeg110 perché siano svuotati il meno 67 BibJìotecaginobianco

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