Piero Maria Lùgli Molti sintomi dimostrano come si stia~o già ma11ifestando in Italia queste reazioni che tendono a salvaguardare e a recuperare almeno alcuni dei vantaggi delì'esperienza tradizionale dell'abitare. Recentemente, ad esempio, molti dei gruppi di tende·nza più progressista di studenti di Architettura e di Sociologia si sono riconvertiti ad applicarsi a studi e ricerche rivolti alla rivalorizzazione dei tessuti e degli ordinamenti strutturali, culturali e sociali tradizionali del territorio, piuttosto che a quelli indirizzati verso i grandi ed utopistici modelli formali per una trasformazione in grande scala dell'ordinamento urbano. Anche se oggi gli antichi centri sono abitati quasi solamente dai vecchi, essi, peraltro, non sono ancora definitivamente abbandonati dagli emigrati; i luoghi d'origine costituiscono ancora un punto d'incontro e di ritorno periodico dei clans di consanguinei; la provenienza regionale è ancora motivo di solidarietà e di legami sociali; i cittadini manifestano sempre di più sintomi di rigetto verso la disciplina urbana, e tendono all'evasione dalle città; il territorio abbandonato dall'agricoltura tradizionale e quello inabitato vengono ripenetrati, anche se con conseguenze spesso nefaste per l'ecologia ed il passaggio, non solo per le attività del tempo libero, ma anche per quelle della residenza; e ciò non solo da parte delle classi abbienti, ma, ogni giorno di più, anche da parte di gruppi sociali della più diversa natura ed estrazione. Questi fatti non possono essere ignorati da una programmazione che voglia dare una soluzione, non solo ai fenomeni dello sviluppo economico, ma anche a quelli della trasformazione culturale. È chiaro che il momento attuale è il più difficile proprio perché è un momento d.i transizione, ma è anche chiaro che, proprio per questo, gli interventi che devono essere urgentemente attuati devono essere inquadrati in una visione non settoriale e di larghe prospettive. Occorono sì alloggi per lavoratori nelle zone di grande concentrazione demografica; ma questi alloggi non devono essere strumento di ulteriore congestione urbanistica, inquinamento e distruzione ambientale, ghetti-dormitorio e potenziali slums del futuro. I nuovi centri residenziali possono essere realizzati solo unitariamente e intesi come servizi.o sociale per le famiglie di nuova formazione che dovranno inserirsi nelle comunità locali e quindi parte viva delle città tradizionali; adeguatamente localizzati e collegati con il contesto territoriale e forniti di servizi ed attrezzature adeguate al particolare genere di popolazione in assestamento che 60 Bit11iotecaginobi~nco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==