Nord e Sud - anno XVII - n. 132 - dicembre 1970

I Argon1enti grammazione fondata su precisi obbiettivi politici, possano enormemente aggra, 1arsi le attuali deficienze e distorsioni solo marginalmente affrontate da insufficienti, o addirittura controproducenti, interventi di razionalizzazione del tipo di quelli relativi al programma straordinario di 400 miliardi della Gestione Case per Lavoratori che prevede una distrubuzione di 70 miliardi per ciascuna delle province di Torino, Milano, Roma e Napoli; di 10 miliardi per quella di Paler1no, di 9 per quella di Bari, di 8 per quella di Cagliari e degli altri 93 miliardi per le restanti 36 province. È e,,idente che proprio interventi di questo tipo, calando in una situazione locale nella quale non si è approntato alcun programma di pianificazione territoriale, non potranno produrre che ulteriore congestione urbanistica e aggraveranno il costo sociale e culturale della espansione economica e naturalmente produrranno nuovi problemi per la conservazione del patrimonio culturale e ambientale. Del resto anche il cosiddetto « pacchetto » del ministro dei LL.PP. Lauricella per una nuova politica delle casa, formato da tre progetti di legge rispettivamente per le espropriazio11i per la pubblica utilità, per il rilancio della legge 167 e per un programma triennale di edilizia sovvenzionata, rientra nella sfera dei provvedin;ienti urgenti ed inderogabili piuttosto che in quella di una pro-- grammazione politica. Se pure non è lecito aspettarsi una rapida soluzione globale dei complessi problemi dell'abitare, sarebbe peraltro lecito aspettarsi dalle forze pubbliche responsabili un maggiore interesse ed un più profondo impegno. In realtà molto complesse e contrastanti sono oggi le componenti storiche, culturali, sociali ed economiche che devono essere tenute presenti per affrontare, in una linea di larghe vedute, il pro-- blema dell'abitare in Italia. Da un lato occorre rendersi ·conto del fatto che, per effetto delle modificazioni della struttura economica, si sta ormai completando in tutto il paese la profonda rivoluzione socio-culturale prodotta dalla trasformazione della « famiglia estesa » di tipo patriarcale, la cui residenza era legata al luogo di lavoro e la cui ampiezza era fattore determinante di produttività, nelle forme della « famiglia coniugale» caratterizzata essenzialmente come unità di consumo e nella quale il lavoro dei componenti si svolge in luoghi diversi e sempre ben separati dalla residenza. Si verifica così, sempre di più, la separazione di diverse fun57 BibJiotecaginobianco

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