Nord e Sud - anno XVII - n. 132 - dicembre 1970

I Giornale a piì"t voci complicazioni di sovrapposizioni dì aliquote, oltretutto suscettibili di contingenti richieste di ridt1zioni ed esenzioni - è praticamente caduto alla prova del prin10 esame parlamentare. Il testo governativo del disegno di legge ,delega è stato infatti già profondamente rielaborato dalla VI Commissione permanente Finanze e Tesoro nell'edizione presentata alla presidenza della Camera dei Deputati il 22 maggio 1970 (Atto parlamentare n. 1639 A) dove - di fronte all'originaria aliquota del 10% pur con possibili ri·duzioni per generi alimentari di prima necessità - si prevedono tre diverse misure di imposta: 6, 12 e 18%. E non è questa l'unica modifica. Si è infatti anche provveduto a sp·azzar via tutte le disp·osizioni cl1e prevedevar10 la disciplina dell'accennata imposta integrativa comunale sui consumi (ICO). Con le modifiche introdotte nel testo del di1segno di legge delega da parte della VI Commissione sembra anohe definitivamente riso.Jta, sul piano teorico, un'altra grossa questione. Per molti anni si è discusso, nei suoi molteplici as,petti, il problema -della estensione ,dell'IVA alla fase del commercio al dettaglio, in quanto le direttive della CEE lasciano libertà - per i primi tempi di applicazione dell'IVA - di includere o meno, nella sfera ·di impo-- sizione, gli atti relativi alle cessioni di beni effettuate dai dettaglianti. In un primo momento l'Italia aveva preferito la seconda soluzione: escludere nel periodo iniziale la fase del com·mercio al dettaglio dal campo di app,licazione dell'IVA. Tale scelta - che, con la 1nodifica apportata dalla IV Commissione Finanze e Tesoro della Camera, è praticamente sovvertita - era dettata principalmente da considerazioni di carattere amministrativo, che non si posso,no sottovalutare. Basti, in proposito, tener presenti alcuni dati riferiti dall'allora ministro delle Finanze, Bosco, in un intervento ,dell'll dicembre 1969 alla Commissione Finanze e Tesoro della Camera dei Deputati: « nel nostro paese i commercianti fissi al minuto sono 1.050.000 circa, gli ambulanti 312.000 e gli artigiani 1.150.000, cioè un totale di 2.512.000 piocoli operato 1 ri economici, che co,mporterebbero almeno 30.500.000 dichiarazioni mensili ·per ogni an-no ». Le dimensioni del prob 1 lema organizzativo per l'Amministrazione Finanziaria sono evidentissime, anche se non si voglia considerare il negativo riflesso sui costi generali delle piccole aziende, in tal modo costrette a registrazioni ed adempimenti contabili tutt'altro che semplici ed elementari. D'altro canto non avrebbe senso - ·stanti gli impegni internazio,nali - rinviare di qualche anno il problema dell'estensione dell'imposta alla fase del dettaglio. Meglio affrontarlo subito: si evita così il -ricorso ad una pa:- ral·lela imposta siui consumi (ICO) che potrebbe app·arire come un doppio gravame sullo stesos atto -economico e la cui istituzione indub·biamente creerebbe ulteriori complicazioni, anche di carattere pratico, quale la distinzione fra vendite (e prezzi) all'ingrosso e ven,dite al dettaglio, per non dire altro. C;è inoltré un aspetto di natura psicologica ·che milita a favore della immediata estensione dell'IY A al dettaglio. Al momento della p1 rima applicazione di un tributo è preferibile evitare la contemporanea 1nnnovazione (pe51 Bibiotecaginobianco

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