Ugo Maran,i lerno. Altrimenti bisognereb,be spiegare cosa si è voluto .inten1dere con i termini « riconversione » e « ristrutturazione ». È incomprensibile, comunque, che certe valide esigenze ,di potenziamento delle linee nazionali risultino subordinate, per esempio, al miglioramento, previsto dal Piano, del servizio fra il Mediterraneo Orientale ed il NordEuropa; servizio che risultereb·be vantaggioso per il trasporto di merci no•n necesisariam-ente nazionali, e i:l cui unico aspetto positivo per la nostra economia sareb-be costituito dall'incremento dell'occupazione sulle navi italiane. Il Progetto IRI si riferisce, inoltre, al coordinamento dei servizi co,n la Sardegna, ora gestiti simultaneamente dalla Tirrenia e dalle Ferrovie dello Stato, per giungere « all'affidamento di tutto il servizio marittimo con la Sardegna ad un solo dei due vettori»; « non è comprensibile infatti che i due collegamenti vengano gestiti dallo Stato, con disparità ed eterogeneità di . . serv1z1 ». Che q·uesto dualismo di offerta in concorrenza debba essere eliminato sembra ab1 bastanza razionale; lo è un po' m·eno l'incertezza circa la soelta definitiva del vettore che opererà questi collegamenti, poiché risulterebbe perlomeno paradossale la preferenza in favore delle Ferrovie dello Stato, che svolgono questi collegamenti in via eccezionale, tanto più che una simile preferenza comporterebbe l'ulteriore indeb.olimento 1 della Tirrenia: seco,ndo · le indiscrezioni della stam1 pa ciò mettereb-be in pericolo 600 posti di lavoro presso la Com,pagnia napoletana, mentre la riduzione complessiva dei posti di lavoro, derivante dal Piano, ammonterebbe a 3300. Un feno1 meno che nel Progetto stesso non si esita a definire come « esodo naturale». L'esp,ressione è quanto meno discuti,bile, se si pensa che il pers~nale in questione non è costituito da quadri amministrativi o dirigenziali, ma da marittimi, il cui grado di qualificazione non pare affine a quello di altre at·tività o servizi di «terra». Non si vede dunque quali sarebbero gli sbocchi dell'« esodo naturale». Il declassamento ·della Tirrer.1ia, non la sua ristrutturazione - si badi bene -, la mancata considerazione delle economie di talune zone e la misteriosa « naturalità » -del previsto esodo, sono, dunque, i motivi più preocoupanti per un riesame, ancor prima della sua nascita ufficiale, del Piano IRI-Finmare. Almeno su qu·esti pun,ti, nori: sèmbra che il Piano risponda ai criteri ribaditi nello studio del Ministero della Marina Mercantile, quando, in sede di elaborazione del rapporto tra lo Stato e le attività di trasporto da esso sovvenzionate, si affermava che « l'armamento lib·ero... è guidato unicamente dal criterio della redditività del servizio: allorché questo diviene ... comparativamente meno remunerativo, o addirittura ar.1tieconomico, l'armatore libero non esita a diminuire la frequenza delle partenze, o a sospenderle del tutto ...; ciò anche se deb,ba·no soffrire altre branche dell'economia nazionale, con danni che possono globalmente di gran lunga superare la passività che il servizio marittimo registrerebbe ove fosse nonostante tutto I mantenuto. È appunto per evitare tali ripercussioni sull'economia nazionale 38 Bibliotecaginobi reo •
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==