Nord e Sud - anno XVII - n. 132 - dicembre 1970

1talico Santoro di integrazione europea, rischia nel medio ~ermine di produrre effetti contraddittori, ma co1nunque sempre in contrasto con le esigenze e il significato della costruzione comunitaria. Si può verificare, e in una certa misura già oggi si verifica, che alcuni Stati membri, preoccupati di utilizzare fino in fondo gli effetti positivi degli investimenti americani, magari sopportandone gli i11evitabili costi finanziari e fiscali, si mantengano tiepidi nei confronti dell'elaborazione di una politica comune, sacrificando in pratica alla scorciatoia americana la via più lunga, ma più solida, più robusta, dell'integrazione e·uropea. D'altro canto, non è improbabile, e l'esempio della Francia gaullista lo dimostra, che altri Stati siano spinti da interessi e motivazioni diverse, se non addirittura opposte - evitare le ripercussioni negative della presenza di filiali statunitensi, dal progressivo trasferimento oltreoceano dei centri decisionali all'arretramento del campo di efficacia delle politiche nazionali -, a ripiegarè verso tendenze protezionistiche, sempre per proprio conto, e quindi, ancora una volta, a rallentare, o addirittura frenare, la creazione dell'unità economica e politica dell'Europa. In entram·be le ipotesi, ad agire sulla dimensione europea, a compiere le scelte di insediamento, di articolazione produttiva, di mercato, su scala più vasta di quella nazionale, sarebbero, alla fine, .proprio e solo le società americane; ma il compito della Comunità, in questo caso, - si fa osservare a Bruxelles - si risolverebbe nella eliminazione degli ostacoli agli scambi o delle più antiquate divergenze legislative fra gli Stati: non ci sarebbe né elaborazione di una politica economica con1une, diretta a orientare la crescita dell'Europa, né approfondimento di quei contenuti e di quei valori ideali che erano impliciti nell'azione degli Stati membri quando avviarono l'unione doganale. * * * Che fare?, ci si chiede a Bruxelles. Reagire con misure protezionistiche, con la chiusura del mercato europeo di fronte all'invadenza dei capitali americani, come già fece in una certa misura la Francia di De Gaulle, e scegliere quindi la via di una risposta né soddisfacente né duratura, e dens·a per di più di incognite politiche; o lasciare che il libero gioco della concorrenza proceda per suo conto, accettando così di seguire certe inclinazioni presenti in paesi come la Germania, sufficientemente forte per reggere all'assalto 28 Bibliotecaginobia~co

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