Ennio Ceccarini lo ha confermato in tutti gli aspetti. Come gli arabi utilizzano male l'immenso aiuto sovietico e debbono perèiò ch'iamare l'URSS al rischio di un impegno diretto, così Israele impiega benissimo l'aiuto americano (e pare ne sappiano qualcosa alcuni piloti sovietici su « Mig » battenti bandiera egiziana, spin tisi un po' troppo ·sull'altra riva del Canale). Non appena gli arabi - grazie anche all'assurda condotta diplomatica di molti paesi occidentali - vincono una battaglia all'ONU, Israele è pronto a sbilanciare l'avversario con una politica duttile alla cui testa si mette Moshé Dayan, l'uomo che a rigore di propaganda comunista dovrebbe essere il simbolo dell'intransigenza annessionistica. Politicamente, militarmente e anche propagandisticamente Israele regge l'attacco e contrattacca validamente. È vero, ad esempio, che la rottura della tregua del 3 agosto da parte sovietica ed egiziana ha ritoccato il margine di sicurezza che gli israeliani avevano conservato sul Canale. Ma non è il tracollo, tutt'altro. Le 11uove forniture aeree ed elettroniche garantite da Nixon alla Meir bastano a far dire a Dayan che l'equilibrio non è sostanzialmente intaccato. Sul fronte nord e sul Giordano la situazione è addirittura migliorata. Le azioni dei guerriglieri palestinesi - mai pericolose, a parte il terrorismo spicciolo - quest'an110 sono apparse addirittura inesistenti. Forse riprenderanno, ma intanto i fedayn hanno bisogno di un lungo periodo di riassestamento, dopo la sanguinosa e perduta lotta con i legionari di Hussein. Il diciannovesimo colpo di Stato siriano e la defenestrazione di Nureddin El Atassi, falco di primario ruolo, ha privato « Al Fatah » e le altre organizzazioni di guerriglieri dell'appoggio logistico di cui godevano in Siria e frenato i già modesti slanci aggressivi dell'esercito di Damasco. D'altro canto, i metodi di lotta adottati dai palestinesi, il sistema barbarico dei dirottamenti aerei e degli attentati contro civili e inermi, ha ridim~nsionato l'effetto propagandistico che la_ causa palestinese aveva suscitato negli anni scorsi. Episodi significativi sono accaduti che confermano i dubbi che certa sinistra pro-araba ha incominciato a nutrire sui propri miti~ Daniel CohnBendit, a Tel Aviv, ha dovuto riflettere sulla differenza che passa, nel sentimento popolare, tra esercito nazionale israeliano e gendarmeria francese; Claude Roy, -amico indubbio dell_a causa araba, dopo un viaggio in Israele ha scritto sul « Nouvel Observateur » di non credere alla natura colonialistica tanto disinvoltamente attribuita ad Israele. Arie Bobber, un israeliano dello sparuto grup16 Bibiiotecag inobia_nco
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==