Nord e Sud - anno XVII - n. 132 - dicembre 1970

La sin,istra, la destra e il terrorismo culturale Come si vede, un discorso di questo genere rischia di portarci verso una serie di paradossi. La verità è che il problema del rapporto fra l'uomo e la sua storia è complesso fino alla insolubilità: solo l'invidiabile agilità con cui Eco sa impostare e svolgere i problemi può dare l'impressione che tutto sia chiaro. E inoltre, prima di potere attribuire la qualifica di reazionario a un filosofo del pas-- sato, pensiamo che occorra misurarlo non come se egli fosse un nostro contemporaneo, bensì in conformità all'età in cui visse, per vedere gli atteggiamenti da lui assunti nei confronti del « suo » tempo: per restare al caso del « reazionario » Hegel basterebbe leggere alcune pagine di Eric Weil e più ancora quelle del Marcuse di Ragione e Rivoluzione per dubitare almeno della qualifica che da tante parti gli viene attribuita, forse con eccessiva disinvoltura. Questo discorso, anche se apparentemente sembra averci portato lontano dal nostro tema, non è stato forse inutile: e al nostro tema si ricollega nel senso che le etichette culturali rischiano sempre di falsare i veri contenuti di 11n discorso, perché non si è reazionari e progressisti sulla base di un criterio estrinseco, stabilito una volta per tutte, ma lo si è a seconda degli atteggiamenti che si assumono in un certo momento della storia, con una presenza politica e culturale adeguata alla situazione e alle contingenze del presente. Non è certo con le continue fughe verso sinistra, con la tardiva riscoperta di certe ideologie, che ci si qualifica come progressisti, né con le intemperanze verbali o con l'estremismo ad ogni costo. Non è stato forse Lenin, del resto, a dire che chi va troppo a sinistra finisce col ritrovarsi a destra? GIROLAMO COTRONEO 13 . Bibliotecaginobianco

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