I La sinistra, la destra e il terrorismo culturale fascista), mentre è apparso chiaro, dicevamo, che cosa si debba intendere per cultura « reazionaria », non altretta11to chiarq è apparso che cosa invece si debba intendere per cultura « progressista»: tranne che non lo si voglia mutuare per contrasto, il che è una operazione mentale non sempre facile e soggetta i11evitabilmente a equivoci e ad ambiguità. Ma, a parte questo, su cui ritorneremo, quella che ci è apparsa come la conseguenza più importante di tutto il discorso è il fatto che _:._per merito soprattutto di Eco e di Wilcocl< - il termine « reazionario » attribuito ad alcune grandi figure della nostra cultura (per gli epigoni e i mistificatori il discorso è certamente diverso) non ha assunto quel significato spregiativo che 11ellinguaggio corrente, ed anche nella terminologia culturale di certe sette, essa aveva finito indiscriminatamente con l'assumere. E ciò è, a nostro avviso, molto importante, perché significa il recupero culturale di una larga fascia della tradizione umanistica europea, che le rece11tissime rivoluzioni culturali pretendono, come oggi usa dire, di « emarginare », pretendono cioè di collocare in quella autorevolissima rubrica di « libri da non leggere » che qualche tempo fa appariva in uno dei più diffusi periodici della « nuovissima » sinistra italiana. Naturalmente ci sarebbe moltissimo da discutere non solo sul fatto di che cosa Eco intenda per « reazio11ari », ma soprattutto sulle esemplificazioni da lui portate: il che ci porta ancora una volta a pensare (e il « caso » Borges ci pare significativo) che anche per lui i « reazionari » siano soprattutto coloro che 110n si identificano tout court con il marxismo. Ed è veram.ente curioso notare come anche Wilcock abbia tentato di « recuperare » Borges rendendo nota una poesia sulla rivoluzione russa che lo stesso Borges aveva scritta prima del 1926. Ma se il criterio di misura è quello della maggiore o minore simpatia nei confronti della .filosofia marxiana, allora Borges è certamente un reazio11ario, in quanto un « meravigliato omaggio » a un evento storico di grandissima por-- tata, quale la rivoluzione russa, che non poteva non accendere im .. mense speranze, non basta certamente a cancellare la sottile critiéa che per esempio in Orbis Tertius Borges ha svolto nei confronti del materialismo dialettico (una« simmetria con apparenza di ordine», lo ha defi~ito, che basta « per mandare in estasi la gente » ). Ma davvero può essere sufficient~ questo per d~finire « reazionario » uno scrittore? Non si-tratta qui di fare dell'anticomunismo a priori, «viscerale», come ancora usa dire, quanto. invece di rilevare come 11 BibJiotecaginobianco
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