.. Girolanzo Cotroneo cendo sì che certe istanze di politica pratica jmmediata, quando non addirittura di « potere », bloccassero il pròcesso di sviluppo culturale (e politico). Certamente attraverso questa nostra posizione si potrà ben dire che abbiamo tentato soprattutto di « storicizzare » il problema e con questo di storicizzare il marxismo che è stato l'oggetto principale del nostro discorso. Sarà anche vero questo: solo che per noi « storicizzare » una ideologia, o meglio ancora u11a dottrina, non sottende un tentativo di svalutazione integrale, ma piuttosto l'apertura verso una maggiore e migliore comprensione di un problen1a: e da qui, poi, darsi ragione di certi rapporti e di certe incidenze. Si capisce che la propaganda e il conformismo detestino questo tipo di procedimento: ma a noi pare ancora l'unico possibile per creare nuovi contenuti, per « demistificare », come usa dire, non solo la « destra », ma anche la « sinistra », soprattutto quando pretende di_rappresentare un avvenire che in realtà somiglia solo a un passato. Da tutto questo discorso discende una conseguenza che ci pare di una certa importanza: la difficoltà cioè, nell'attuale momento della nostra storia, di collocare con esattezza - tranne ovviamente i soliti casi limite - una ideologia contemporanea, e più ancora un personaggio del nostro mondo culturale, entro i classici schemi di « destra » e di « sinistra ». E non tanto perché, co1ne prima si è detto, non sia chiaro il significato ·dei due termini, quanto invece per gli equivoci addensatisi intorno alla definizione di « sinistra », identificata irrimediabilmente con 11na precisa parte politica e più ancora partitica. Per questo ci è parso di estremo interesse, anche se, come vedremo, è stato impostato in maniera unilaterale, il dibattito svoltosi st1lle colonne de « L'Espresso » fra la fine di novembre e i primi di dicembre, inaugurato da un ga;rbato articolo di Lia Quilici dal titolo La parabola del buon reazionario e da un lucido scritto · di Giuseppe Galasso sulla cultura « di destra» in Italia dall'inizio del secolo a oggi; ai quali sono poi seguiti interventi di Umberto Eco, di J. Rodolfo Wilcock, di Mauro Calamandrei e, per una precisazione di carattere personale, di Sergio Quinzio; e c'è da supporre che la discussione avrà ancora un seguito. Come si diceva, il discorso ci è sembrato unilaterale: nel senso che,· mentre è apparso chiaro soprattutto dagli articoli della Quilici, di Eco e di Wilcock (Galasso si era assunto soltanto il compito di narrarci a grandi linee la vicenda della cultura di ispirazione nazionalistica e 10 Bibl"otecaginobia_nco
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