Nord e Sud - anno XVII - n. 132 - dicembre 1970

Pietro Armani acquisita, perché ciò non toglie che l'ammon~are delle dotazio·ni, specie quando si riferisce a spese in conto capitale,· resta avulso da ogni loro effettiva possibilità di utilizzo entro l'esercizio, data la cronica lentezza dei consueti adempimenti amministrativi. Intanto, però, acquisite le entrate da prestiti - co·n procedimento nel quale influisce un potere decisionale assai più intenso che per le entrate correnti, il cui flusso è automatico - l'esecutivo finisce per trovarsi a disporre di mezzi finanziari con: a) un effetto di tipo defiazionistico, sempre più raro. al giorno di oggi, se decide di rinviarne l'impiego a quando dovrà o potrà eseguire le spese che la legge intendeva coprire; b) un effetto di tipo infiazionistico, praticamente consueto, quando la concreta utilizzazione di tali mezzi avviene con la lo1 ro destinazione al fabbisogno generale di cassa e, quindi, anche a spese diverse da quelle per le quali i fo,ndi erano stati originariamente reperiti attraverso i mutui. Questo spiega, dunque, perché in questi ultimi anni si sia registrato uno straordinario sviluppo dei pagamenti per spese correnti, resi in buona parte possibili anche per lo storno di fondi di cassa dagli stanziamenti in co,nto capitale, i quali appunto - come abbiamo visto - hanno registrato i 1naggiori incrementi dei residui passivi. 5. A questo punto possiamo facilmente tirare le somme di quanto finora siamo andati esponendo. Il bilancio statale, dopo l'evoluzione di questi ultimi anni, sta progressivamente annegando in un sempre più massiccio ricorso al mercato finanziario p•er la copertura di oneri fissi (dovuti soprattutto a spese correnti) via via più impo.nenti: il suo fabbisogn.o previsto per il 1970, da cop·rire con l'indebitamento, ha già raggiunto infatti i 1.719 miliardi a fine giugno in termini di impegni di spesa (cifra che aumenterà a fine anno). A ciò, ovviamente, si aggiungono le occorrenze delle aziende autonome statali (soprattutto ferrovie e poste), quelle degli enti locali e quelle degli enti di assistenza e previdenza sociale per la copertura dei loro crescenti disavanzi. Il fabbisogno finanziario, da coprire con debiti, di tutti qt1esti satelliti dello Stato ha raggiunto, alla stessa data (fine giugno 1970), i 550 miliardi per le aziende autonome, i 1.600 miliardi per gli enti territoriali minori e almeno i 300 miliardi per gli enti previdenziali: si ha, così, un totale di 4.169 miliardi di fabbiso-gno finanzia,rio dell'intero settore pubblico da coprire coi debiti. Una valanga di debiti rischia, perciò, di sommergere lo Stato, perché anche i disavanzi dei suoi satelliti - in gran parte dovuti ad t1n continuo trasferimento ·su di essi di oneri che dovrebbero diretta·mente gravare sulle finanze erariali - finiscono per tornare, prima o poi, a carico dello Stato, per essere da questo scaricati sulla collettività. Né si può dire che tutti questi disavanzi siano il frutto di una co126 Bib iotecaginobi~nco

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==