Nord e Sud - anno XVII - n. 132 - dicembre 1970

Pietro Armani per i quali sono disponibili i dati definitivi e nella tabella n. 6 i residui passivi distinti per categorie economiche. Il prospetto è estremamente in•dicativo del fenomeno di lievitazione dei residui -di spesa, che è stato al centro di tanti dibattiti sui giornali e in specie sulla stampa tecnica, se si osserva come la consistenza totale dei predetti residui sia passata dai 5.168,4 miliardi del 31 dicembre 1967 ai 5.821,4 miliardi del 31 dicembre 1968 ed ai 6.970,1 miliar,di del 31 dicembre 1969. Alla fine del giugno di quest'anno ( 1970), d'altra parte, i residui passivi - al netto degli smaltimenti e delle cancellazioni - avevano raggiunto la cifra ancora p1ù imponente di 9.690 miliardi, con un incremento di ben 2.720 miliardi in sei mesi (dalla fine del 1969). Facendo eguali a 100 le cifre dei residui passivi a fine 1967, essi sono saliti a 112,6 alla fine del 1968 per giungere a 134,9 alla fine del 1969 ed a 187,5 a fine giugno 1970. Anche calcolando il solo aumento negli ultimi due anni (numero indice base 1968 == 100) e raffrontandolo a quelli -delle previsioni finali e degli impegni per la spesa complessiva di competenza, si vede come l'indice di incremento dei residui passivi risulti assai superiore con 119,7 nel 1969, contro, rispettivamente (vedi cifre assolute nella tabella n. 1), 110,8 ~ 117,7 nel medesimo anno. Tra i vari tipi di residui passivi quelli per spese in conto capitale hanno registrato negli ultimi tre anni il più alto incremento col numero indice (base 1967 == 100) di 123,8, contro un indice di 114,3 per le spese correnti. Quanto alle percentuali di co,mposizione, oggi (fine 1969) i residui per spese correnti costitui~cono il 42,4% del totale, mentre i residui passivi in conto capitale rap•presentano il 57%: i primi erano nel 1967 il 40,9% e i secondi il 52,9%, cosicché dal 1967 al 1969 l'aumento dei secondi in termini di percentuale di composizione ( 4.1 %) è stato superiore a quello -dei primi ( 1,5% ). È, dunque, ai residui per spese pubbliche di investimento che spetta il primato di consistenza assoluta e relativa, ~onché quello di incremento negli ultimi tre anni. Questa constatazione è una riprova ulteriore di quanto rilevammo con la tabella n. 1 in termini di maggiore dispersione delle spese in conto capitale nel passaggio dalle previsioni finali agli impegni e ai pa~ gamenti. Ma un altro primato i residui per le spese in conto capitale possono registrare: quello della maggiore percentuale dei residui impropri o di stanziamento rispetto al totale della categoria. Infatti, mentre i residui di stanziamento rappresentano a fine 1969 il 45,7% del totale di tutti i residui per spese ·d'investimento, la stessa percentuale è solo del 11,8% nell'ambito dei residui per spese correnti, prèsso le quali prevalgono invece largamente i residui propri (88,2% del totale di categoria). Questa distinzione fra residui propri o da impegn.o e residui impropri o di stanziamento ha assunto rilevanza soprattutto da quando si 120 Bib iotecaginobi~nco

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