... Pietro Armani 35,7%) finanziati col ricorso al mercato finanziario. _Sui totali ora citati ben 4.512,6 miliardi (pari al 65,6%) rappresentano gli oneri per spese correnti, spese cl1e raggiungono i 7.372 miliardi (pari al 75,7%) con l'aggiunta dei maggiori oneri pensionistici. Le spese in conto capitale ammontano, invece, a 2.359,4 miliardi, pari al 34,4% del totale (24,3% in caso di aggiunta al totale generale degli oneri pensionistici). Nell'ambito ,delle spese correnti la parte finanziata col ricorso al 1nercato finanziario è pari al 26,4% del totale, al 30,2% in caso di aggiunta dei maggio 1 ri oneri pensionistici. Nell'ambito, invece, delle spese in co,nto capitale la parte finanziata col ricorso al mercato finanziario sale al 52,7%. 3. Tuttavia, come si è detto in precedenza, poiché le cifre ora citate rap·presentano previsioni di competenza e no•n eroigazioni da effettuare tutte concretamente nei tempi previsti; poiché, inoltre, la probabilità che la fase di cassa riduca notevolmente i pagamenti, rispetto agli impegni previsti, è maggiore per le spese in conto capitale che non per quelle correnti, considerate notoriamente più rigide; la prospettiva di un trenta per cento di tali ultime spese coperto col ricorso al mercato finanzario è particolarmente allarmante. E ciò, sia perché sembra del tutto anomalo e pericoloso che oltre 2.200 miliardi di spese· correnti siano finanziati co1 n i debiti, sia perché tale prospettiva si risolverà quasi fatalmente in minori disponibilità nette per il finanziamento con mutui delle spese per investimenti pubblici, oppure in minori disponibilità liq11ide alle quali potrebbero far ricorso i settori direttamente produttivi della nostra economia. Né si può dire che questa tendenza al continuo lievitare degli impegni poliennali di spesa (sia corrente, sia in co-nto• capitale) si sia arrestata con il corrente esercizio 1970, se è vero che - a fine giugno di quest'anno - era all'esame delle due Camere una serie di provvedimenti, di iniziativa ·governativa e già adeguatamente finanziati, implicanti nuove o· maggiori spese a carico del bilancio statale per ben 2.120,4 miliardi, come risulta dal prospet"to riportato 11ella tabella n. 3. Questo- continuo svilup,po degli impegni poliennali di competenza ha indubbiamente, co•me si è detto, il costante corrispettivo di un cospicuo ridimensionamento in diminuzione degli stessi nella successiva e concreta fase dei pagamenti di cassa. Tuttavia, questa è una co-nsolazio·ne del tutto sterile, perché: a) contribuisce in ogni caso, come vedremo, ad uno sviluppo ano-malo e imponente della gestione autonoma dei « residui passivi »; b) non elimina comunque gli impegni di spesa, scaricandoli soltanto su un futuro più o meno remoto; e) ingannf1 il Parlamento e l'opinione pubblica sull'entità e i tempi reali della spesa statale, affi114 BibJiotecaginobi~nco
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