Nord e Sud - anno XVII - n. 132 - dicembre 1970

Giacinta Spinosa si limita a una petizione •di principio. Difat~i Maldonado contesta a studiosi ·come Buckmirister Fuller di non indicare in concreto quali siano i requisiti necessari perché la progettazione si trasformi in rivoluzione e quali ·poteri si deleghino ai progettisti per mutare alla radice l'ambiente umano: una delega di poteri in base alla quale la pro.gettazione dovrebbe sostituire la politica. Buckminster Fuller, in The year 2.000, concluse il suo ragionamento affermando che un giorno attraverso la pro1 gettazione « la politica diverrà obsoleta ». Questa teoria è bollata da Ma1donado come utopismo tecnocratico. · Ma è certo, sono parole .di Argan, che attualmente la politica continua a porsi come potere e non come cultura. È questo solco che va colmato. Come? Cominciando a mutare il rapporto tra potere e cultura. Partendo da quanto ha detto Argan - e che consiste nel far sì che i tecnici acquistino « il senso della politicità della loro azione e della necessità che il processo tecnico avvenga sotto una spinta ideologica », e non pensando di investire i tecnici di un potere politico « svuotando l'azione politica di ogni contenuto ideologico » - si arriva a sostenere che una conciliazio:ne fra tutti questi co,ntrasti potrà essere tentata attraverso la via della interdisciplinarietà. A Rimini si è fatto qualche passo; tuttavia ha predominato, oltre· alla sfiducia e;> alla disperazione, oltre al pessimismo, l'incapacità di superare le barriere settoriali, di uscire dalle strettoie delle chiese e dei linguaggi. E uno dei relatori ha perfino detto che p-robabilmente la vera operazione interdisciplinare sarebbe stata compiuta dall'operaio rilegatore, al momento in cui avrebbe cucito insieme i vari fascicoli con gli interventi, per farne l'opuscolo commemorativo del convegno. GIACINTA SPINOSA • 98 Bib iotecaginobianco . . .

RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==