... Gian Giacomo dell'Angelo tale da conferire ad essi la funzione di naturale os~ervatorio dei fatti e dello stato dell'agricoltura. Per questi motivi· e per gli impegni cui sono chiamati, in ordine ai piani zonali, gli enti di sviluppo· si prospettano, dunque, anche come i natt1rali resiponsabili della elaborazio,ne d•ei piani di valo,rizzazione. In ordine ai piani zonali l'opera degli enti si ·configura prima di tutto come un'opera di ·promozione al formarsi di una comunità di interessi intorno ai vari problemi dello sviluppo agricolo e come un'opera di assistenza alla formulazione delle richieste, che la corr1unità dovrà fare oggetto di contrattazione con i pubblici poteri. In questa azione non vi è dubbio che la disponibilità di analisi dei problemi, di pro·getti alternativi, di studi di settore e di mercato non potrà non corroborare l'azione degli enti: l'importante è p,erò che, anche attraverso la documentazione esibita e l'applicazione dei sistemi di ricerc·a operativa più confacenti, si acquisisca l'adesione e il co,nvincimento delle parti interessate sulle quali dovranno poi ricadere le responsabilità delle iniziative e gli impegni conseguenti. Non è questa la sede per riprendere argo·mentazio-ni ormai svolte sui mo,di e sui mezzi attraverso i quali l'opera degli enti può raggiun.gere il massimo della sua ·efficacia; basterà· solo sottolineare co,me tale opera non debba mai perdere di vista lo scopo, preminente su tutti gli altri, di far maturare nelle campagne uno spirito associativo capace di sostituire al tradizionale comportamento isolazionista, un co·mportamento ordinato ai fini di un migliore equilibrio di tutta la co,munità. Se non pocl1i sono i meriti già acquisiti in questo senso ,dagli enti di sviluppo, maggiori sono quelli che essi .possono e devono ancora acquisire. E sarà ap·punto in C(?nseguenza di tali risultati che potrà affermarsi la loro preminenza su tutti gli altri organismi operanti nel settore agricolo, in quanto garanti ·di una partecipazione democratica e in definitiva della riuscita stessa della programmazione. 9. Considerazioni sul piano zonale. Dopo quanto si è detto, il piano zonale appare come il momento finale di un sistema decisionale iniziatosi con il pro,gramma nazionale. Se volessimo tentarne una definizione, potremmo dire che esso costituisce una procedura co•n la quale si razionalizzano le decisio,ni che si prendono nella sfera pubblica a livello locale, attraverso la partecipazione a tali decisio·ni ·della comunità agricola. Il piano zonale ha cioè il compito di recepire in maniera operativa gli obiettivi fissati ai livelli superiori e in particolare al livello dei piani di valorizzazione, che, come si è visto, hanno il ruolo di trasferire quegli I obiettivi sul territorio secondo le suscettività che questo presenta. 96 Bib i~tecaginobianco •
RkJQdWJsaXNoZXIy MTExMDY2NQ==