Nord e Sud - anno XVII - n. 131 - novembre 1970

I Che cosa sono i piani zonali per lo sviluppo dell'agricoltura orientamenti del potere politico, li indurrà ad esprimere le proprie sollecitazioni in modo· e misura conformi alle indicazioni pro·gramma~iche. Il piano zonale è infatti la creazione di un'o 1 p•era comunitaria in cui tutte le azio-ni previste siano coordinate ad un fine, al quale si imp,egnano tanto i p·ubblici poteri quanto gli imprenditori. Pe·r usare un termine mutuato dalla p·olitica industriale si tratta di combinare atto·mo a quel fine un « blocco• di investimenti » del più vario ordine a seconda delle necessità avvertite dalla co,munità che se ne fa pro.motrice. Essendo comune l'esperienza di come l'esecuzione non coordinata di opere pubbliche abbia portato alla lo1 ro inutilizzazio·ne e di come molte iniziative degli agricoltori siano naufragate per la mancanza di quelle infrastrutture che avrebbero dovuto garantirne l'esito, il piano zonale, come p·atto stipulato rra parti responsabili, dovrebbe ovviare quegli inconvenienti, essendo da esso chiamati in causa tutti gli operatori investiti delle varie responsabilità ai vari livelli. 8. La partecipazione degli enti di sviluppo alla formulazione del piano zonale. Nel quadro delle condizio·ni procedurali indicate, alle quali, con il maturare dell'ordinamento regionale e l'avanzare della programmazione, 110n potranno non affiancarsene altre - qt1ali quelle derivanti dalla rifoTma dell'istituto 1 del controllo di legittimità e della legge provinciale e regionale e, per quanto più strettamente attiene al settore agricolo•, quelle derivanti dalla riforma del sistema creditizio e della legge sulla cooperazione - l'op,era degli enti di svilup 1 po, trova collocazione principalmente nel secondo e nel terzo dei momenti individuati dal Progetto '80. Questo, per i piani zonali, si richia.ma esplicitamente agli enti. Per la formulazio·ne dei piani di valo·rizzazione non viene invece identificata dal Progetto '80 la -co,mpetenza. S,e però si tiene conto che il paragrafo 129 inizia con la raccomanda_zione di evitare per la Regio·ne la creazione di pesanti strutture burocratiche, sembra legittimo evincere cl1e anche la formulazione dei piani di valorizzazio·ne dovrebbe competere agli enti di svilup-po·. In questi enti ,dovrebbe infatti co11centrarsi non· soltanto il massimo di comp,etenze in materia di problemi agricoli ma anche una s01 mma rilevante di mezzi strumentali e finanziari per realizzare, in osservanza alle direttive espresse dagli o-rgani politici, i « servizi» di cui ha bisogno una agricoltura in fase di rinnovamento. La struttura organizzativa di questi enti, per aderire appunto alle esigenze delle campagne, dovrebbe poi essere articolata sul territorio, in modo 95 Bibiiotecagj nobianco

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