Editoriale · democristiani ed ambienti socialisti. È una disclA:ssione_q, uesta, che naturalmente co·mpromette la coesione della maggioranza, presup·posto di itna più efficace azione di governo. Ma fra i democristiani e fra i socialisti, c'è chi esplicitamente auspica il «superamento» della maggioranza di centro-sinistra, chi esplicitamente considera il pro,blema della cosiddetta « ristrutturazione della sinistra » più importante di qitello della coesione fra i partiti della maggioranza, chi esplicitamente sollecita l'instaurazione di rapp·orti nuovi di collaborazione della maggioranza con il PCI, se non addirittura di partecipazio,ne del PCI ad una nuova 1naggioranza. E tutto questo senza una previa verifica degli orientamenti politici che in concreto differenziano, e magari contrap 1 pongono, i partiti democratici di centro-sinistra, da un lato, ed il PCI, dall'altro lato,: quando questa verifica investe la responsabilità dei partiti democratici anzitittto per quanto riguarda la sicitrezza e forse ['in.dipendenza del paese. Quale sarebbe, infatti, il costo del « superamento » della politica di centro-sinistra in termini di orientamento della politica estera dell'Italia? È possibile l'instaurazione di rapporti nuovi di collaborazione della niaggioranza con il PCI, e addirittura la partecipazione del PCI ad una nuova maggioranza, senza una revisione dei nostri impegni atlantici ed europeistici, del genere, per esempio, di quella che rese De Gaulle bene accetto ai comunisti francesi? O si è disposti perfino a fare dell'Italia la Finlandia del Mediterraneo? E quali sarebbero le conseguenze per l'Europ:a e per l'Occidente di un disimpegno italiano, anche parziale, dall'alleanza occidentale e dal con.testo comunitario? Quali sarebbero le conseguenze, in termini 4,i equilibrio internazionale, di una dislocazione dell'Italia? Quali sarebbero le conseguenze, in tern1ini di sicurezza del paese, di un'alterazione dell'indirizzo di politica estera che finora l1a garantito all'Italia un. relativo grad·o di sicurezza? Ecco, come abbiamo scritto altre volte, i partiti democratici non possono prescindere da questi interrogativi e . soprattutto non possono subordinare i problemi di politica estera, magari semplicemente tacendone, a problemi di schieran1ento che si vogliono ris~lvere con formule che sono confuse e non sono neanche suggestive. ibl_iotecaginob·anco
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