Vittorio Barbati grandi, medi e piccoli centri abitati, infrasti;utture, centri nevralgici e linee del traffico•, servizi indisp,ensabili, eccetera - che influiscono sui processi evolutivi, o, addirittura, li determin·ano. Non occorre molto per rendersi co·nto che si tratta di un'o,pera gigantesca. Ma non occorre nemmeno molto per comprendere che si tratta qi un'opera indispens·abile. Le difficoltà organizzative da superare, per il co·nseguimento di obiettivi così ambiziosi, sono1 senza dt1bbio immen~e. Non si trat'ta di mettere in piedi dal nulla un'organizzazione. Certe volte, il partire da zero può anche costituire una base vantaggiosa: p-uò consentire di adottare subito le impostazioni più razionali, di svilup 1 parle con sufficiente organicità, di procedere con flessibilità e con tempestività. Ma qui, p-urtroppo,, il discorso è molto diverso. E, del resto, è lo stesso discorso che vale per tutte le attività pubbliche. È necessario « modernizzare» molti organisn1i superati, renderli. idonei a nuovi compiti, stabilire nuovi collegamenti, introdurre nuovi principi e metodi di lavoro-, superare resistenze tecniche e psicologiche enormi. L'assetto del territorio è un problema unitario, un compendio di problemi, una questione nella quale co11f111isco,noinnumerevoli altre qu~- stioni. Ma gli organi che devono occup,arsene non sono ~bituati a lavorare insieme, sono divisi da comp,artimenti rigidi, da co·mpetenze superate, da leggi arcaiche, molte volte da gelosie e mentalità radicate a vecchi scl1emi. Non è un panorama confortante. Tutt'altro! Ma, appunto per questo, bisog11a ragio 1 nare con freddo real_is1no. È l'unico modo per poter pervenire a_risu~tati positivi. . . Prima di affrontare l'esame di possibili impostazioni e di possibili soluzioni organizzative, è opportuno considerare, in un brevissimo giro d'orizzonte, alcune delle esigenze che premO}?-Oper. un sollecito inizio del processo, di « riordinamento » territoriale. L' « assetto del territorio » va considerato, prima di tutto, in funzione dello sviìuppo soci~economco, e ·quindi d·ella realizzazio,ne degli insediamenti umani e degli insediamenti produttivi. Prima di tutto per una necessità sociale, e poi anche per precisi motivi economici, l'uomo deve essere messo in grado di vivere e di lavorare in un ambiente sano, in un contesto organizzativo - inteso nella sua accezione più ampia - che gli consenta di sviluppare la sua personalità, di progredire, in breve tempo di « vivere .» e di no,n rimanere soffocato da quella civiltà meccanica ~he egli stesso ha prodotto. Questa è· un'afferrr1azone di principio, che, co,me, tale, non dovrebbe .incontrare molti dissensi. Ma, come avviene p-er tutte. le affermazioni di Bibi· qtecag i nobianco \ • 1 I
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