Nord e Sud - anno XVII - n. 131 - novembre 1970

I Editoriale Si sono levate anche voci italiane ad esprimere serie preoccupazioni per le incognite che proiettano la loro ombra sulla scena internazionale in genere e su quella europea in particolare. Altiero Spinelli ha scritto che « l'Europa nel sito insieme è nella necessità di avere una intelligente politica di autonomia e di collaborazione verso gli Stati Uniti e di confronto e distensione verso l'Unio11e Sovietica », ma che « ogni sforzo intergovernativo lasciato alla semplice consultazione o concertazione è destinato al fallimento poiché i sù-zgoli Stati, anche se i loro o-biettivi a lungo termine so110 convergenti, perseguon.o iniziative diverse e divergenti nel breve periodo ». Di qiti il vuoto europeo, tanto più allarmante in un momento 11el quale - ha scritto Ugo La Malfa - « l'arretrare di un imperialismo, come viene consideriato quello nordamericano, fa avanzare l'altro imperialismo, che è quello sovietico»; in un. momento nel quale, come ha scritto « Il Mondo », l'Unione Sovietica, grazie al conseguimento di una superiorità delle sue forze nuclectri di carattere strategico, cui si deve son1mare la superiorità delle sue forze militari di carattere convenzionale, potrebbe essere in grado non solo di « erodere le posizioni americane n.el mondo», ma anche ed inn.anzitutto di aume11tare sensibilmente la sua pressione e la sua influenza i11 Europa. Sono voci laiche, come si vede, che si sono levate anche in Italia per cercare di qualificare almeno nella sua dimensione di politica in.ternazionale un dibattito politico che talitni democristiani e taluni socialisti sembrano voler esaurire nelle più provinciali ed astratte forn1ule di schieramento: « soluzioni piìl ava11zate », « disgelo costitiLzionale », « do,manda che sale dal paese », « nuovo modo di far politica », ecc. ecc.! Ma è mai possibile che non. ci si preoccupi di una sititazione interna• zionale che è caratterizzata non soltanto e non tanto dall'intesa fra le due superpotenze di contenere le maggiori tensioni internazionali nell'ambito politico-diplomatico, quanto da una tendenza degli Stati Uniti ~l « disimpegno >>, da una « spinta tremenda » che l'Unione Sovietica si è imposta per armarsi di più e n1eglio, da tendenze e spinte centrif ugl1e che, se non controllate, potrebbero scomporre definitiva1nente il mosaico nazionalistico dell'Europa occidentale, pregiudicando le residue possibilità di rilancio dell'azio11e europeistica ed aggravando il vuoto politico che dall'Atlantico all'Elba rappresenta ancora, e forse più che mai, la debolezza per l'alleanza occidentale e la tentazione per la potenza orientale? Per st~ano che possa sembrare, non · si avvertono ancora fra democristia11.i e socialisti i segni 4i preoccupazioni del genere, mentre la discussione che si è accesa sui rapp·orti fra maggioranza ed opposizione in Parlamento, e nei consigli regio,nali, impegna soprattutto ambienti 5 Bibliotecaginobianco

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