I Le idee del tempo dovuto, come forse sarà per i soggetti da lui indicati, alla « paura » del tecnicismo o al desiderio di non vedere tramontare « le ultime vestigia del modello di vita di una umanità pre-industriale », bensì al timore, ampiamente giustificato, di vedere inaridire quei valori prodotti dalla parte migliore della nostra civiltà che non sarà certo la « scuola di comando» di cui parla ancora Miglio a mantenere in vita, visto che questa « scuola di comando» - a prescindere dall'arbitraria distinzione di « due » scuole - sarà logicamente condizionata da quella « scuola di mestiere» verso cui si dirigono chiaramente le preferenze dell'autore di questa tesi. Come prin1a si diceva, oggi tutto sen1bra congiurare per spingere l'Università in direzione delle due vie indicate da_Bassi e da Miglio: e sono due vie che blocca110 il processo di svilu.ppo cultura~e, senza del quale né la tecnica, n.é l'« istritzione » possono significare niente, quando non addirittura essere pericolose. E, come prima si diceva, queste due ipotesi convergono su di un punto: e cioè che nella futura Università non esisterà più un problema, itn dibattito culturale, non ci sarà quella simbiosi fra didattica e ricerca che caratterizzava la vecchia Università. Certamente, dato l'espandersi contin.uo del?a popolazione scolastica, è tecnicamente - e anche storicamente - i1npossibile il ritorno all'universitas studio,rum, alla visione classica, ormai tramontata, di un centro di studi superiori a livello formativo, il quale con tutti i suoi limiti (non escluso qitello « di classe ») teneva in piedi il patrimonio culturale del nostro paese. · · · Il problema che a questo punto si pone è, a n~stro avviso, non tanto quello di giudicare in maniera positiva o negativa. questo sviluppo, questa « quantificazione >~ dell'Università che _hf!,i suoi vantaggi accanto ai suoi svantaggi culturali: il. problema invece è quello della fine che farà la « cultura » una· volta bandita dalle Università; per ragioni, se si vuole, obiettive. Riprendendo le tesi di lvliglio, Arturo Co-;.· lombo ha scritto sul << Corriere della Sera » del 24 ottobre scorso che / « queste n.uove specie di insolite _' scuole di mestiere ', una volta che si f saranno date nietodi e contenuti loro idonei, non sostituiranno le funzioni cultz,1,ralispecifiche della vecchia universitas studiorum, ma imporranno il problema di creare altrove, a tln gradino più alto, futuri organismi ad hoc ». Se tiriamo le somme di tutto questo discorso, abbiamo allora l'ipo- · · tesi - esplicita nel discorso d.i Miglio e di ·Colom.bo, implicita in quello di Bassi ( il quale, supponiamo, n.on crederà che, una volta acquisita la « istruzione » universitar_ia, il proèesso culturale possa dirsi compiuto) - abbiamo allora l'ipotesi, dicevamo, di un.a nuova scuola post-u11iversi65 :-Bibliotecaginobianco
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