Girolamo Cotroneo Come si diceva, le alternative indicate in precedenza con il loro brutale, anche se forse necessario, realismo escludono radicalmente questa possibilità: se si accetta infatti l'ipotesi di Bassi di una Università destinata soltanto· a aumentare il « livello culturale dei cittadini », è chiaro che la « cultura » con essa non avrà a che fare; perché nonostante sia accettata e largamente usata, l'espressione « cultura di massa » è sostanzialmente tln errore, in qitanto si può avere una « informazione di massa» e non già una « cultura », se per cultura intendiamo ancora la paidéia dei greci o l'humanitas di Varrone e Cicerone o la « georgica dell'anima» di Francesco Bacone. l~a la sola «istruzione» è un'arma pericolosa, che fa aumentare la presunzion.e e l'arroganza, mancando dell'umiltà e della saggezza che solo la « cultura » può dare: « L'is1!!!3Jone rende sottoistruiti », scriveva Huizinga, e rischia di portare « all'atrofia ..-,-. _.__.-.. \ di intere serie di funzioni intellettuali », se non è accompagnala da quello spirito critico che è il frutto di una prof onda formazione cultu- \ rale. Questo è il limite e il pericolo di una Università intesa come un qualsiasi istituto superiore di istruzione, anche se le condizioni obiettive di oggi, le ragioni d'i quantità, che hanno sopraffatto quelle di qualità, sembrano spingere proprio verso questa direzione. Ritorneremo comunque fra poco sulle conseguenze pratiche che discendono da questa soluzione del problema: per ora è il caso di f ermarci un momento sull'altra alternativa, quella della « scuola 4i n1estiere » indicata da Miglio, la quale tuttavia ripropone lo stesso problema del rapporto istituzion.e-cultura. È vero· che Miglio si è occupato soprattutto delle facoltà cosiddette « scientifiche », di quelle che hanno più stretti legami con la produzione industriale di un paese: ma l'alternativa da lui indicata - l'assoluta specializzazione - se rappresenta un ideale dell'Università del tutto opposto a quello di Bassi, è proprio con , questo che, paradossalmente, finisce con il coincidere. Quando Miglio I auspica un sistema universitario che dia netta prevalenza all'indirizzo , tecnico-scientifico; quando lamenta il fatto che « in nessun paese come in questo la crociata contro i pericoli del tecnicismo e della civiltà delle macchine e dei ' computers ', trovi immediata e corale rispondenza in ogni strato sociale ed ambiente»; quando accetta con evidente compiacimen.to il dissolversi della Università intesa com.e civitas culturale a favo re di una assoluta specializzazione tecnica, egli bandisce dall'Univer1 sità proprio quell'ideale di cultura che finora l'aveva caratterizzata: e a " .\ nostro avviso sbaglia nel credere che questo ideale sia. artificiosamente tenuto in vita - altro incredibile paradosso - proprio da quegli stu1 denti del « dissent » nei confronti dei quali non manca di fare delle osservazio11i estret11amente acute. Perché, lo creda o non Miglio, ciò non è 64 Bi liotecag·no ·'°\neo
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